martedì 26 marzo 2013

Pausa teatro

Ore 7.00 , si incomincia: E' ancora freddo e umido. Odore di olio inconfondibile in qualsiasi officina,  l'odore è diverso da  officina a officina, ognuna ha il suo odore, solo quello del caffè è comune. Rumore, sempre, dappertutto, si usano le cuffie. Tra poco però tutto si trasformerà, sono le 10 in punto. Spengo il tornio. Saluto. Lavo le mani con la saponetta ed una spugna, con il lato abrasivo frego forte. Le mani sempre nere e martoriate, c'è sempre un graffio. Mi cambio. Scarpe. Giubboto. Cappello. Timbro il cartellino ed esco: sono in pausa teatro. Oggi ci sono i Passerotti che volano sul palco. Sono in anticipo ma non trovo parcheggio. L'affluenza per il concorso teatrale è folta, faro' quattro passi in più, parcheggio al parco qui dietro, magari tutti facessero quattro passi in più, sembra che se non possano parcheggiare in platea non ci siano soluzioni. Stolti. Finalmente entro in teatro, è pieno. Lo stupore mi circonda e m'inebria, l'aria è piena di sensazioni, vibra, non sa di olio. Sipario: incominciano i Passerotti della IV classe, sono bravissimi, non hanno più paura ora che sono in scena, sono disinvolti e sicuri. Veloci, coinvolgenti. Mia figlia sta facendo teatro, in un teatro vero con le poltrone in velluto rosso ed i cappotti scuri appesi agli schienali.
Quanti lavori diversi che ci sono nel mondo, dottori, insegnanti, avvocati, panettieri, registi, fumettisti e metalmeccanici. La faccenda più strana, che non mi riesce a quadrare, sono i contrasti nel mondo. Sopra questa palla bagnata, che rotola per il cosmo, ci sono anche altri bambini con il loro spettacolo. Chissà perchè li vedo, proprio adesso, immagini di un viaggio in Nepal : spaccano sassi con un martello pesantissimo lungo i bordi della strada, cumuli di pietrisco sminuzzato finemente da caricare sul camion rosso ruggine che sta arrivando rumoroso e fumoso, la marmitta brontola puzzolente e non smette di  disegnare ombre nere che faticano a dissolversi. Saltano giù dal camion vestiti di stracci, non hanno scarpe, qualcuno le infradito, dieci anni al massimo, pala in mano, come i nostri bambini tengono astuccio e zainetto. Comincia la logistica del grigio pezzo di mondo tritato. Il rumore della pala consunta che penetra nei sassolini, lo sento ora, qui nel teatro, i primi sassolini  cadono sul pianale vuoto del camion fanno un rumore inconfondibile, assomiglia agli applausi.
Lo spettacolo è terminato, mia figlia danza leggera assieme ai suoi coetanei, sono contenti, almeno credo.
Sono fortunato e non me ne rendo mai conto! Ora posso tornare in officina. La pausa teatro è terminata.
 
Carletto

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