martedì 30 aprile 2013

Economia a bambù

 
Mi ritrovo, in questi giorni, in ferie indotte per il ponte 25 aprile e 1° maggio e penso alle ferie che facevo ad agosto, qualche anno fa prima di diventare papà.
Sono sempre stato affascinato dal modo in cui si costruisce in giro per il mondo: differenze istruttive! Ricordo bene i cantieri edili nel sud est asiatico, mi riferisco a Birmania, Tailandia Cina e Nepal, paesi che ho avuto la possibilità di visitare in vacanze ormai lontane, trascorse qua e la nei mesi di agosto, piovosi ma colorati, a conoscere, ad acculturarmi. Vedere un’intera impalcatura in bambù che sorregge operai al lavoro che costruiscono un edificio vero, pareva paradossale e da un certo punto di vista m’inquietava un po’. Solo ora conosco le pregiate qualità di questa straordinaria pianta verde e cava...

La Green Economy passa anche per di qua: se molte persone capissero che è possibile fare e costruire in modo alternativo e in totale equilibrio con la natura, il mondo girerebbe a una velocità diversa. Non intendo la rivoluzione siderale della Terra attorno al Sole ma alla velocità dei pensieri nel cervello delle persone, se rallentassero, le scelte che noi faremmo, sarebbero più ponderate. Ci vuole più conoscenza, ci vuole più fantasia e bisogna lasciare i luoghi comuni che ci assiderano la mente, come siamo ormai abituati nell'economia dell'usa e getta. Bene usiamo sprechiamo e inquiniamo fuori misura, in modo superiore alle capacità della Terra di metabolizzare le nostre impronte, è un fatto, ma se dobbiamo proprio continuare con l'usa e getta, (voglio sottolineare che la Natura non produce alcun rifiuto, la Natura non fa spazzatura, il rifiuto è un errore di progettazione umano) facciamolo con il bambù!! Solo attraverso la conoscenza, il sapere, la cultura in generale, (altro che con la cultura non si mangia, dice l’obsoleta generazione politica per giustificare i tagli alla ricerca in Italia) riusciremmo finalmente a rallentare il nostro pensiero. E a vivere meglio. Il liquido nero color liquerizia nascosto nelle viscere della Terra è finito, (quello a  buon mercato). Dobbiamo inventarci altri modi per vivere, senza arrivare alle barbarie per la condivisione delle poche preziose risorse rimaste tra i nove miliardi di persone che si prevedono per l'anno 2050. Chissà, magari tra una decina di anni, i capannoni che oggi si stanno svuotando, si riempiranno nuovamente di operai e creeranno oggetti di consumo quotidiano in bambù.  Magari di produzione italiana. Può essere. Una pipa o una bara, una bicicletta in bambù, si costruiranno sempre, sarà il nuovo materiale più utilizzato nel futuro? Si semina oggi quello che si raccoglierà domani.

 Il Club di Roma…, Aurelio Peccei…, I nuovi limiti dello sviluppo…, non ne avete mai letto o sentito parlare?
 
 
 
da Wikipedia

Per economia a bambù si intende un settore economico basato sulla coltivazione del bambù e sulla trasformazione industriale degli assortimenti mercantili.
I tronchi di bambù vengono impiegati in primo luogo come materiale per la costruzione di abitazioni di medie e piccole dimensioni, di piccoli ponti, di mulini ad acqua e generatori microidro. Nell'edilizia tradizionale si utilizza per le intelaiature di tetti di edifici, anche di considerevoli dimensioni, e addirittura (come avviene a Hong Kong) come tralicci adoperati nella fase costruttiva dei grattacieli.
Nel settore dell'arredamento i tronchi di bambù si adoperano tipicamente per costruire tavoli e sedie molto resistenti all'intemperie, anche in ambienti particolarmente umidi e piovosi. Il loro aspetto è caratteristico, difficilmente dissimulabile, e danno un tocco orientaleggiante agli ambienti dove si trovano.
Ridotto in polpa, il bambù può essere utilizzato per fabbricare carta da giornale oppure tessuti.
« La pianta di bambù è l'oro verde dell'uomo povero: una persona può sedersi in una casa di bambù sotto un tetto di bambù, su una sedia ad un tavolo fatti dello stesso bambù, con un capello di bambù sulla sua testa e sandali di bambù ai piedi. Allo stesso tempo può tenere in un mano una ciotola di bambù, nell'altra bacchette di bambù che gli servono per mangiare germogli di bambù. Dopo aver consumato il suo pranzo, cucinato in un fuoco alimentato dalla combustione del bambù, il tavolo potrebbe essere pulito con un panno di fibre di bambù, può rinfrescarsi con un ventaglio in bambù, fare la siesta in un letto su di un materasso ed un cuscino fatti tutti di bambù. Al risveglio potrebbe fumare in una pipa di bambù e scrivere con una penna di bambù su carta da bambù, e poi portare in giornale i suoi articoli in cesti di bambù sospesi su di un'asta di bambù, con un ombrello di bambù sulla sua testa. Potrebbe attraversare un ponte sospeso costruito esclusivamente col bambù, bere acqua da una tubatura in bambù, ed asciugarsi il viso con un fazzoletto, ottenuto con le fibre di bambù »
(Atal Bihari Vajpayee, ex primo-ministro dell'India)
 

 

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