mercoledì 29 gennaio 2014

Bankitalia & Co-stituzionalismo alla radio

Venerdi' mattina la radio gracchia. cerco una sintonia migliore <grrr grrr> ruotando la magica manopola di una delle migliori tecnologie inventate dall'uomo, mi sintonizzo per caso sul Tg Rai Parlamento, radio mai ascoltata prima, credo che, a parte la redazione della radio e qualche addetto al settore, ma chi si mette ad ascoltare Tg Palamento? Mi impegno nell'ascolto e subito riesco stranamente a comprendere quel che argomentano, sto ascoltando un linguaggio semplice e chiaro, argomento? Dibattito sull'abolizione dell' IMU,  alienazione immobili pubblici e  Bankitalia. Il provvedimento comprende temi complessi ma nei minuti democraticamente a disposizione di ognuno dei deputati alla camera, comprendo, obbiettivamente parlando, che i deputati penta stellati cercano di contrastare l'attuazione del provvedimento. E mi domando, tra un <grazie Presidente>  e un po di asportazione di trucioli sul tornio,  perché  il Governo delle larghe intese stipendiato con le mie tasse, quindi miei dipendenti, si adoperano in modo da far sembrare normale e giusto agevolare ancor di più gli istituti di credito privati? Non dovrebbero tutelare gli interessi dei cittadini? Non dovrebbero esserci interessi comuni nella gestione della cosa pubblica? Continuando ad ascoltare, le domande aumentano quando si precisa che  contrariamente a quanto si fa in Francia, dove hanno varato una banca pubblica d'investimento per le piccole e medie imprese per rilanciare l'occupazione ed il lavoro, in Italia invece le banche difficilmente erogano prestiti al "settore", se non dietro procedure difficili e a pagamento. Ma i politici della maggioranza, chi stanno tutelando? Il M5S è davvero così balordo come lo fanno apparire? Ascolto i dibattiti nell'Emiciclo anche lunedi e martedi, con le smorfie dei miei colleghi costretti a sentire in diretta la verità di come stanno le cose, su chi cerca di fare del bene nell'interesse comune, e chi invece cerca di profittare e basta, di chi cerca trasparenza e chi invece crea ambiguità, poi decretano leggi sull'antimafia... ascoltando direttamente le parole dei parlamentari, senza il "filtro" dell'informazione, riesco a farmi un' idea chiara ed obbiettiva di chi lavora a mie spese e chi invece crea ostruzionismo a mie spese.
Non sono un fumettista ma mi immagino la scena: un grande piazza, con vie che partono a stella in ogni direzione, un palo al centro della piazza con molti cartelli, tipo quello che c'è al polo nord,  ogni direzione è a discrezione del viandante, avanti, indietro, destra o sinistra senza distinzione i cartelli indicano una direzione precisa: trasparenza per di qua, svendere Bankitalia per di là, inciucio e lobby in giù, difesa della costituzione per di qua, reddito di cittadinanza a sinistra, mafia e soldi a destra,  energia alternativa di là, carbone per di quà, no TAV avanti, pro TAV indietro, decrescita una scorciatoia luminosa  di là, insomma  cartelli giusti e altri sbagliati che indicano la retta via. Nella piazza ci sono persone facilmente distinguibili che sono già in cammino nella direzione giusta ed altre persone ferme sotto il palo delle indicazioni con volti esterrefatti e dubbiosi sul cammino da intraprendere. Mi domando, i penta stellati li vedo già in cammino ma il Governo delle larghe intese dove va? ma dove diavolo state andando? Fermi! state sbagliando strada!! 
E' più facile parlare di vilipendio che essere onesti e far passare la verità
Chiedo sornione ai miei colleghi, e tu che strada prendi? Accendi la radio e ascolta Tgr Parlamanto per le indicazioni giuste,   e alla radio trasmettono anche musica buona, quella che fa sognare, e sperare...

                                                        ...Seconda stella a destra
questo è il cammino 
e poi dritto, fino al mattino 
poi la strada la trovi da te 
porta all'isola che non c'è.
E ti prendono in giro 
se continui a cercarla 
ma non darti per vinto perché 
chi ci ha già rinunciato 
e ti ride alle spalle 
forse è ancora più pazzo di te 

sabato 18 gennaio 2014

Microcredito di Alberto Salza

MICROCREDITO

La carità non è quella quantitativa e materiale, oggi tanto in auge. L’uomo che diventa oggetto di questa carità si riduce a un animale a due gambe di cui sono considerati solo i bisogni materiali, mentre le sue necessità più profonde, quali la bellezza o l’amore, sono ignorate o sono relegate nella categoria del lusso. Non vi è termine di paragone tra la carità spirituale e la carità materiale che riduce l’uomo a una bestia: gli dà cibo e vestiti, ma intanto lo priva di una protezione vera. Gli insegna a camminare, ma gli toglie la vista, la sola che potrebbe indicargli dove andare.
Seyyed Hossein Nasr, Ideali e realtà dell’Islam, Rusconi 1974


Lavorando con i pastori nomadi d’Africa, mi sorprese la mancanza del termine “povero” nella loro lingua. Usano la parola araba meshkin. «Se sei povero sei morto», spiegavano. E ancora: «I poveri non siamo noi», come ribadiscono i Turkana del Kenya settentrionale (Anderson, D.M. e Broch-Due, V., 1999: The Poor are not Us. Poverty & Pastoralism, Eastern African Studies, Currey, Oxford). In realtà, anche da quelle parti, la povertà (mancanza di mezzi di sussistenza) corrisponde a un’assoluta esclusione. Non si è poveri perché non si è più umani.