domenica 27 luglio 2014

Dichiarazione di Torino


In occasione del 7° Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Tropicale,
la SIMeT, la SMI (Società Meteorologica Italiana), e i sottoscritti
segnalano una comune preoccupazione per lo stato generale dell’ambiente e del clima globale, come causa di
patologia per l’uomo e per gli altri esseri viventi e portatore di scenari futuri inquietanti.
Da un lato il pianeta è dotato di risorse limitate, dall’altro la crescita della popolazione, e l’incremento della
produzione di scorie, rifiuti e gas-serra stanno producendo mutamenti ambientali destinati a rendere sempre più
difficile la vita di Homo sapiens, comparso sulla Terra 200.000 anni fa.
Questi scenari erano già noti e denunciati dagli scienziati del MIT nel 1972, anno di pubblicazione dello studio
“The limits to growth”.
La tendenza di allora si rivela confermata a distanza di oltre 40 anni, quando anche la crisi economica mondiale
deve fare i conti con la ridotta disponibilità di risorse energetiche e di materie prime, con la degradazione del
suolo, con l’inquinamento ambientale e con i cambiamenti del clima.
Assistiamo oggi alla diffusione di malattie trasmissibili, precedentemente limitate ai paesi tropicali (dengue,
chikungunya), all’aumento di patologia da calore in gruppi a maggior rischio (anziani e bambini), a mutazioni
ambientali stabili (desertificazione) ed a crescente frequenza di eventi estremi (inondazioni, uragani). La
tecnologia ed in particolare l’uso estensivo di antibiotici in agricoltura, nell’allevamento animale e nella terapia
per l’uomo ha manifestato i suoi effetti sulle popolazioni batteriche, inducendo la comparsa di microrganismi
resistenti che si sono diffusi in tutto il mondo, rendendo l’ambiente stesso “malato”.
Naturalmente i paesi e le popolazioni che più soffrono di questa situazione sono quelli a basso reddito (Africa,
alcune zone del Sud America e del Sudest asiatico), mentre ne sono i principali responsabili i paesi ad alto
reddito.
I rischi di questa progressione sono concreti ma purtroppo economia, politica e cultura occidentale non hanno
ancora recepito l’urgenza di confrontarsi con questi scenari; il progetto dell’umanità è ancora dominato dalla sola
logica del mercato, della crescita e della competitività, con scenari futuri a breve e medio termine preoccupanti.
I sottoscritti sono convinti della necessità e dell’urgenza di uno scatto coraggioso di evoluzione culturale che
riporti il prelievo di risorse e l’influenza dell’uomo sull’ambiente all’interno dei cicli naturali.
I sottoscritti si rivolgono quindi all’autorità politica ad ogni livello, con un appello affinché questa realtà venga
tenuta presente nei processi decisionali, e sia posta tra le priorità dell’agenda, in modo che la società tutta possa
essere condotta verso un futuro desiderabile, stabile e sostenibile per tutti gli esseri viventi.

Per aderire a questa dichiarazione inviare un messaggio e-mail all’indirizzo simet2013@hdcons.it o un messaggio sulla pagina
face book “7 Congresso Nazionale di Medicina Tropicale”, indicando nome, cognome e “io aderisco”

martedì 8 luglio 2014

Mungi vacche

coltivi di mais tra i paesi Marano Ticino e Pombia (No)
Non riesco a prendere sonno, la pioggia rimbalza sulle grondaie e mi tiene sveglio,  sono sveglio insieme alle zanzare, nella testa il ritornello della canzone di Jovanotti  Piove senti come piove madonna come piove senti come viene giù! Però è una pioggerellina leggera non come quella dell'altra settimana, vero flash flood,  che ha letteralmente tritato  tutto il il seminato a mais di una azienda agricola qui vicino a casa. Disperato l'allevatore mi raccontava la sua preoccupazione, l'impotenza davanti a così tanta devastazione e con gli occhi lucidi scuoteva il capo rassegnandosi all'evidenza sul cosa fare, ""per l'orto pazienza ma  come faccio a dare da mangiare alle vacche per il prossimo anno? So  già di essere in perdita per l'anno a venire... e tutto in quindici minuti di grandine, che è venuta giù fitta fitta che neanche mio padre in sessant'anni  aveva mai visto...""
Eh si brutto affare, come si può prevedere una simile tempesta, come ci si potrebbe difendere, o per lo meno assicurare? Ma chi ti assicura?  Domando io, purtroppo questi eventi aumentano di intensità e frequenza.
  "" no no quale assicurazione? qui non mi pagherà nessuno e se vai in banca a dirgli che è grandinato l'universo ti fanno spallucce..."" Replicava il fattore.
...
Ora mi rigiro nel letto e mi domando quando sarà la prossima tempesta? E quella finanziaria? Sta montando? Quando ci sarà la prossima speculazione finanziaria che "mieterà" il ceto medio e lascerà in ginocchio molte famiglie? Arriverà anche quella, ne è sicuro Massimo il protagonista dell 'ultimo romanzo di Guido Maria Breda dal titolo I Diavoli, si legge che la finanza non è soltanto un vertiginoso gioco di prestigio, dove  il livello dello scontro si è alzato oltre i limiti, e quello per cui si lotta non è più un profitto con molti zeri. E' la sopravvivenza dell'Occidente cosi come lo conosciamo. Dell'Inflazione da asset se ne parla poco dice Brera
Basta vedere l'eccellente documentario vincitore dell'Oscar Inside Job integrale su You Tube è un film del 2010 prodotto, scritto e diretto da Charles Ferguson, che indaga le cause della crisi economica del 2008-2010,   per capire quale tempesta e passata  e quale sta per arrivare, vedere  l'eccellente Capitalism a love story di Michael Moor che dopo la deregolamentazione dei Presidenti Usa, si comprende che non esistono più regole nell'alta finanza. E che siamo come pannocchie in un campo a cielo aperto... 
Allora usciremo tutti di corsa dalla caverna, come nel Mito di Platone e ci abbaglieremo, spalancheremo la bocca, scopriremo che non esisterà più il walfare, il lavoro,la sanità per tutti, la civiltà in generale, ed invece di scoprire le meraviglie del mondo, sgraneremo gli occhi e incominceremo a massacrarci di botte, si, un po' come quando dalle nostre parti  vai a vedere "giocare" una partita di pallone, dove  rischi una coltellata o una pistolettata,  dove si cerca di emulare i divi del calcio mondiale come in Brasile, che  con fair play e
 (ant-)agonismo  si spezzano, "giocando per davvero", le vertebre,  per vincere, figuriamoci  per la competizione, quella della sopravvivenza fisica oltre che economica, se non ci massacreremo democraticamente di botte?  Si perchè la maggioranza vince, o soccombe, inerme come il mais nella  fredda bufera, dipende come al solito dai punti di vista.
...  Mi salutava il fattore, mi salutava con tono ironico : ""non rimarro' mai senza magiare, ma è una magra consolazione""... 

Allora ci vorrà forza e coraggio e mi preparerò gli stivali, quando ci saranno le prossime tempeste finanziarie farò a gara,  con fair play, a chi riuscirà a spalare letame dagli amici fattori scongiurando le scene viste nel film  "2022 i sopravissuti" Soylent Green di R. Fleischer 

Chiederò consiglio a Lorenzo Fioramonti (@globalreboot ) che insieme a Stefano Cavallotto(@settembrefilm) ed al mio amico Andrea Bertaglio (@AndreaBertaglio) hanno realizzato con grande entusiasmo il film "Presi per il Pil" il lungo metraggio che racconta la Decrescita, e il motivo per cui è importante imboccare questa strada,   scrive Bertaglio: C’è sfiducia nell’aria, soprattutto in Italia e nei Paesi con problemi simili ai suoi. C’è demotivazione, e la gente non sembra sapere cosa fare, o da che parte girarsi per trovare un conforto, un sollievo, una soluzione a una situazione asfissiante. Sembra stiano tutti cercando un modo per uscirne, ma generalmente non sanno come. Sono tutti insoddisfatti, tutti stressati, chi per un motivo, chi per un altro: chi per motivi seri, chi per stupidaggini; chi perché non ha più un lavoro, chi perché ne ha troppo ma si lavora male. Di chiaro sembra esserci solo il fatto che è ormai necessario reinventare tutto.


Pochi giorni fa è mancato Girogio Faletti e da qualche parte ho letto uno dei suoi ultimi pensieri scritti sui social network   A volte immaginare la verità è molto peggio che sapere una brutta verità. La certezza può essere dolore. L'incertezza è pura agonia.
  Aveva proprio ragione.