venerdì 13 novembre 2015

Lettera del DNT al Presidente regione Piemonte Chiamparino

 Comitato DNT (Difesa Nostro Territorio)
associazione di promozione sociale
iscritta nella Sezione Provinciale del Registro
Regionale delle Associazioni di Promozione Sociale,
ai sensi della Legge Regionale n.7/2006,con il numero: 46/NO.
Via Lunati, 27 28064 Carpignano Sesia – NO – ITALY
c.f. 94068440034 mail: mail@comitatodnt.it

Al Presidente della Regione Piemonte
Sergio Chiamparino
Egregio Presidente,


al termine dell’ultimo incontro che abbiamo avuto con Lei in merito alla questione del progetto Eni
di attivare un pozzo di ricerca di idrocarburi nell’area di Carpignano Sesia ci siamo lasciati con
l’impegno da parte nostra di tenerLa aggiornata sull’evolversi della situazione. Come probabilmente
Le è noto, l’azienda ha presentato nel corso del mese di agosto la risposta alle innumerevoli osservazioni
fatte dal Ministero.
Le integrazioni presentate da Eni al proprio progetto non apportano alcun elemento di novità se non
la curiosa espansione dell’ipotetico giacimento, ridefinita però, sorprendentemente, non sulla base
di nuove acquisizioni di dati, come ci si dovrebbe aspettare. Ora i casi sono due: chi ha elaborato la
prima stesura non era particolarmente competente oppure siamo di fronte ad una fraudolenta manipolazione
dei dati. Trattandosi delle stesse persone, ci appare assai più probabile la seconda ipotesi.
Eni evidentemente ritiene di poter fare e disfare a proprio piacimento, dettando tempi e modalità
nella gestione della pratica di valutazione tecnica e ambientale, stravolgendo i percorsi burocratici
previsti dalle norme fino al logoramento della sua controparte.
Richiamiamo le principali questioni.
Sul piano tecnico le integrazioni riconfermano nella loro interezza le linee del progetto iniziale la
cui sicurezza ed efficienza è validata unicamente da una forma di autolegittimazione sintetizzabile
nella formula: noi siamo una grande azienda per cui siamo per definizione gli unici competenti, le
nostre tecnologie sono le migliori e di fronte ad ogni difficoltà sapremo operare al meglio!
Sul piano dell’impatto socio-economico e ambientale del progetto, coerentemente con la linea adottata
in campo tecnico, le integrazioni precisano che tutti questi aspetti saranno tutelati, anzi valorizzati, dall’attuarsi dello stesso. Ne darebbero conferma i dati, già citati nel progetto originario, degli
studi macroeconomici utilizzati per quella stesura nonché la presunta autorevolezza della campagna
realizzata negli anni scorsi da Assomineraria per convincere gli italiani della totale compatibilità tra
petrolio e agricoltura.
Si ignora interamente l’esistenza di un comparto agroalimentare d’eccellenza, affermatosi nei nostri
territori nel corso degli ultimi anni, e si preferisce rilanciare una “analisi” della crisi, nel territorio
novarese, dei settori produttivi manifatturieri che riflettono riassetti produttivi ormai in atto da decenni,
a cui, Eni suggerisce, potrebbero subentrare con “efficacia” le attività estrattive. A parte la
non attualità di quei dati sulla rappresentazione dell’economia regionale, piena di stereotipi e ormai
consunte genericità (che sembrano riprodurre le vecchie cartografie tematiche delle “eccellenze regionali
italiane” di cui l’Enit, ente di promozione turistica ormai scomparso, dotava le aule scolastiche
dell’intero Paese), questa volta le integrazioni sembrano voler quantificare realisticamente i riflessi
occupazionali connessi alla presenza delle trivelle. Le cifre proposte sono anche un po’ più
pessimistiche di quelle sbandierate in varie occasioni (ad esempio cercando di gettare sul piatto della
bilancia anche l’occupazione al Centro oli di Trecate) e appaiono agli occhi di tutti come dati
molto deludenti. Accanto alle cifre si propongono infatti anche i profili professionali i quali fanno
però immediatamente intuire che quelle maestranze verranno sicuramente da fuori e sono quindi
parte del pacchetto delle risorse aziendali, come i macchinari e gli impianti di perforazione. E’
quanto il nostro comitato aveva ampiamente sottolineato nelle osservazioni al progetto 2014 (e ancor
prima al progetto 2012, poi ritirato da Eni), incalzando l’azienda sulle volute genericità usate
per argomentare intorno a questo tema. Ancora una volta le integrazioni, al termine di questa informazione,
si appellano al fatto che in questa fase ci si sta occupando delle realizzazioni di un pozzo
esplorativo dopo di che, se gli esiti saranno positivi, ci si porrà il problema del resto che, comunque,
in questo campo sarà di tutto vantaggio per il territori!
Dovrà convenire con noi che questo continuo passare dal generale al particolare e viceversa, a seconda
delle convenienze, produce solo la sensazione di trovarsi di fronte a genericità e superficialità
dovute ad un’analisi del tutto utilitaristica.
Procediamo comunque nel sottolineare i caratteri delle ultime integrazioni di Eni.
L’azienda ha speso denaro a ricostruire gli scenari, per altro facilmente immaginabili, dell’impatto
visivo delle strutture guardate da ogni punto cardinale. Per realizzare questi fotomontaggi, così tanto
alla moda nella “comunicazione” dei progetti, ha inviato qualcuno a fotografare qui e là lunghi
filari di alberi (per altro messi a coltura per il taglio) che potessero restituire il massimo effetto di
camouflage della torre, ci si è però ben guardati dal compiere una verifica sul terreno per quanto
attiene il patrimonio storico artistico e le infrastrutture.
Per quanto riguarda il primo, si sono compulsati studi anche “classici” nella storiografia del territorio,
ma quasi sempre chi lo ha fatto (e sono quasi sicuramente più persone che hanno oltre tutto lavorato
in fretta e furia) ha ignorato l’analisi critica che su di essi nel tempo è stata condotta. Questa,
purtroppo spesso rimasta vox clamantis in deserto, ha corretto errori ed evidenziato scopiazzature,
genere “copia e incolla”, che da sempre devastano la storiografia locale. Le integrazioni pertanto
parlano di strutture monumentali di interesse storico-artistico che, per una necessaria ma mancata
rilettura dello scritto presentato, ora compaiono ora scompaiono. Parimenti vi sono luoghi che vengono
collocati in modo totalmente errato nel tessuto urbano contemporaneo.
Ebbene, come poter prendere sul serio un simile approccio al territorio! Molte di queste integrazioni
sono, oltre tutto, ridondanti ed inutili per chi quel territorio effettivamente conosce. Inoltre da un
tale accumulo di dati, Eni non ricava alcuna indicazione operativa neppure quelle evidenti anche al
lettore sprovveduto: in un territorio così densamente antropizzato e ricco di testimonianze del passato
come è possibile pensare di poter pianificare una attività di coltivazione di un giacimento di idrocarburi
esteso? Che senso ha spendere una incredibile quantità di denaro in un progetto esplorativo
che non avrebbe poi possibilità di essere realizzato senza produrre danni e devastazioni in quel tessuto
territoriale?
E veniamo agli aspetti riguardanti le infrastrutture.
Signor Presidente, si tolga una curiosità spendendo qualche ora (vedrà: non è cosa inutile!) e provi a
percorrere gli itinerari che il progetto propone per l’accesso al sito di perforazione da parte di tutti i
mezzi: leggeri e pesanti. Percorrerà strade difficili per il transito di mezzi di trasporto personale
(figuriamoci che cosa accadrà con il transito di mezzi pesanti di grosse dimensioni!), attraverserà
numerosi abitati privi di viabilità esterna e, infine, si inoltrerà su percorsi sterrati che scavalcano
continuamente corsi d’acqua e una rete idrica di irrigazione diffusa che richiederanno (il progetto e
le integrazioni lo ribadiscono) lavori di adattamento sicuramente (lo aggiunge il buon senso) molto
onerosi.
E’ forse questo l’indotto economico del progetto: realizzare nuove infrastrutture stradali, utili unicamente
ad Eni, accrescendo il già esasperato consumo del suolo di queste zone, i cui oneri ricadranno
unicamente sulla collettività?
Semplicemente percorrere questi due brevi itinerari le farà capire per quale ragione abbiamo sempre
parlato del progetto di Eni come di una aggressione al territorio e di guerra ai suoi abitanti e a tutte
le loro attività.
E’ una brutta guerra, saremmo tentati di dire, di carattere coloniale ottocentesco, fatta di sprechi
enormi e di violenze all’ambiente, che aprirà ferite rimarginabili solo nell’arco di tempi lunghissimi,
di molte generazioni. E forse neppure questo basterà.
Non abbiamo mai citato, volutamente, il problema dell’acqua e delle riserve strategiche regionali
che sono in questo territorio. Da solo esso dovrebbe imporre, in un contesto di società civile, che si
tacitassero senza tante cortesie le intenzioni di Eni e delle altre diverse, numerose aziende che si
occupano di prospezioni di ricerca di idrocarburi.
Che cosa accadrebbe di questi territori se per disgrazia un incidente contaminasse queste risorse,
sottraendole ad un loro possibile utilizzo?
In tal caso non vi sarà denaro capace di far fronte a una simile tragedia.
Abbiamo già accennato al fatto di quanto sia meschino e fraudolento invocare prospettive di “vantaggi”
economici per l’area interessata ignorando, al tempo stesso, il pesante impatto ambientale e
culturale che l’avvio di una attività estrattiva produrrà in questo particolare territorio, con le caratteristiche
che si sono, da parte nostra, fin dal principio e con estrema chiarezza evidenziate per opporsi
al progetto.
Eni, volutamente, non ha mai affrontato il problema delle ricadute sulla salute derivanti dalla presenza
di questo genere di attività.
Accanto alla indagine di Arpa Piemonte del 2011, Studio epidemiologico geofrafico descrittivo:
analisi dello stato di salute della popolazione nel comune di Cerano, di recente sono emersi nuovi
dati relativi ai territori coinvolti dal progetto Pozzo esplorativo Carpignano Sesia 1 dir. Lo Studio
epidemiologico nel Comune di Barengo e nei Comuni circondariali sede di una cava di RSU: analisi
della mortalità generale e per causa dal 2000 al 2009, condotto dal Dipartimento di Medicina
Clinica e Sperimentale dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale “A. Avogadro”, aggiunge
nuove inquietanti informazioni sull’inevitabile accumulo di situazioni allarmanti per la salute pubblica
nell’area.
Di fronte a queste prospettive la monetizzazione dei rischi ambientali va decisamente respinta, tanto
più che gli assetti societari traballanti di molti dei gruppi aziendali del settore peltrolchimico (tra cui
consociati di Eni impegnati in Piemonte) non sono certo una garanzia. Di fronte a qualsiasi danno
chi e come ne risponderà?
Avvallare sul piano tecnico il progetto Eni per Carpignano Sesia (non solo: per l’intero territorio
Piemontese), significa di fatto assumere sul piano politico responsabilità enormi.
Vogliamo ribadirne la sostanza: possiamo continuare a consentire ad imprese di questo tipo di imporre
a territori estesi, che stanno faticosamente ritrovando la via della ripresa economica, di porre a
rischio i frutti del proprio lavoro ed anche, per le generazioni future, la salute e le risorse più preziose,
quale appunto l’acqua?
E’ accettabile, come sta accadendo dal 2012, permettere ad Eni di fare il bello ed il cattivo tempo, di
strascinare i percorsi di definizione dei progetti a proprio piacimento, al di là di ogni regola di comportamento
civile e in forme che non sono consentite a nessun altro cittadino?
In varie occasioni abbiamo ribadito la doverosità da parte della Regione Piemonte di prendere posizione
in modo chiaro e definitivo sulla questione del possibile insediamento Eni a Carpignano.
E’ ora di porre fine al questo ricatto permanente nei confronti del territorio.
Di fronte ad alcuni contenuti del decreto “Sblocca Italia”, in modo per noi inspiegabile, il Piemonte
si è sottratto alla opposizione promossa da varie altre amministrazioni regionali italiane unitariamente
e in modo indipendente dalle diverse configurazioni politiche dei governi locali. La Regione
Piemonte, oltre tutto nel suo ruolo di coordinatrice delle attività relative all’ambiente nella conferenza
delle Regioni, non può continuare a negarsi questa assunzione di responsabilità.
Le parole che abbiamo ascoltato da parte dell’assessore all’ambiente al convegno di Gattinara del
26 settembre u.s., dedicato alla recente enciclica Laudato sì ed alla realtà delle terre piemontesi, ci
inducono a sperare in una svolta significativa. Con Valmaggia condividiamo la necessità che la politica
sia attenta ad ascoltare i territori e che l’ascolto non si riduca ad un rituale di falsi convenevoli
tra i politici ed i cittadini. Possiamo essere certi che la volontà di perseguire quello spirito di progetto
rivolto al futuro nell’ambito di una seria politica di Green Economy, che ha animato il programma
elettorale delle attuali forze al governo piemontese, non verrà smentita?
Lei stesso, sempre nel corso dei diversi incontri avuti, si era espresso in modo chiaro ed inequivocabile,
affermando che la ricerca di idrocarburi nel territorio della Regione Piemonte non era tra le
priorità della sua Amministrazione. Le valutazioni Sue e della Giunta, espresse ai Ministeri interessati
alle procedure di valutazione degli impatti ambientali del progetto Eni, sarebbero state di conseguenza
negative. Attendiamo con ansia e grande fiducia questo pronunciamento definitivo.
Confermandoci disponibili ad ogni utile confronto, a nome del Comitato porgo distinti saluti
Grazie per l’attenzione

Il Presidente del Comitato DNT
(dott. Marcello Marafante)
Carpignano Sesia, 05 novembre 2015

lunedì 7 settembre 2015

Sulla cura della casa comune

Lettera Enciclica del Santo Padre Francesco

 Laudato Si

               La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare. Il Creatore non ci abbandona, non fa mai marcia indietro nel suo progetto di amore, non si pente di averci crea­to. L’umanità ha ancora la capacità di collabora­re per costruire la nostra casa comune. Desidero esprimere riconoscenza, incoraggiare e ringrazia­re tutti coloro che, nei più svariati settori dell’at­tività umana, stanno lavorando per garantire la protezione della casa che condividiamo. Merita­no una gratitudine speciale quanti lottano con
vigore per risolvere le drammatiche conseguenze del degrado ambientale nella vita dei più poveri del mondo. I giovani esigono da noi un cambia­mento. Essi si domandano com’è possibile che si pretenda di costruire un futuro migliore senza pensare alla crisi ambientale e alle sofferenze de­gli esclusi.
             Rivolgo un invito urgente a rinnovare il dia­logo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta. Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti. Il movimento ecologico mondia­le ha già percorso un lungo e ricco cammino, e ha dato vita a numerose aggregazioni di cittadini che hanno favorito una presa di coscienza. Pur­troppo, molti sforzi per cercare soluzioni concre­te alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal rifiuto dei potenti, ma anche dal disinte­resse degli altri. Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra i credenti, vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche. Abbiamo bisogno di nuova solidarietà universale. Come hanno detto i Vesco­vi del Sudafrica, « i talenti e il coinvolgimento di tutti sono necessari per riparare il danno causato dagli umani sulla creazione di Dio ».
 Tutti pos­siamo collaborare come strumenti di Dio per la cura della creazione, ognuno con la propria cul­tura ed esperienza, le proprie iniziative e capacità.

martedì 25 agosto 2015

Brucia immondizia, brucia!



Lo scorso 30 giugno mi era sfuggito
lo studio epidemiologico Arpa sull'inceneritore di Vercelli. Nel 2014 è iniziato uno studio epidemiologico per verificare gli effetti sulla salute dell’inceneritore vercellese, ora fermo, reso possibile grazie ad un progetto CCM del Ministero della salute. Lo studio è stato coordinato dal Dipartimento di Epidemiologia e Salute ambientale dell’Arpa Piemonte, in collaborazione con il Dipartimento Arpa di Vercelli, i Comuni di Vercelli ed Asigliano Vercellese e l’Asl di Vercelli (Servizio di Igiene e Sanità Pubblica).
Con lo Sblocca Italia (posta la fiducia al governo Renzi PD), come potrà Chiamparino, PD, opporsi e cercare DI NON APPROVARE LO SCHEMA DI DECRETO ATTUATIVO AI SENSI DELL'ART. 35, COMMA 1, DEL D.L. N. 133/2014 DETTO "SBLOCCA ITALIA" che chiede alla nostra Regione di AUMENTARE la quantità di rifiuti bruciati (rifiuti provenienti anche da altre Regioni), quando in campagna elettorale proprio Chiamparino e Renzi si stringevano la mano "calorosamente"?
Non vedo  l'ora che tutti questi rifiuti brucino serenamente, (negli inceneritori) così una volta eliminata la forma visiva dei rifiuti, (che tutti noi produciamo ma sono sempre "altri" ad abbandonarli in giro), finalmente, nulla si crea nulla si distrugge, li trasformeremo in un po' di vapore per produrre energia elettrica e in altri rifiuti, liquidi gassosi e ceneri: ora convertiti nelle miracolose sostanze tossiche mutagene e cancerogene che tutti vogliamo vicino a casa, vicino alle scuole, ora, tutti siamo responsabili ed abbiamo lasciato in giro per l'ambiente, insomma, riposiamo tranquilli... I risultati dello studio ARPA,  studio epidemiologico che aveva l’obiettivo di studiare i possibili effetti sulla salute, con particolare riferimento ai dati di mortalità e morbilità (ricoveri ospedalieri) per alcune cause correlabili alla residenza in prossimità dell’impianto di incenerimento dei rifiuti , sulla mortalità, mostrano rischi significativamente più elevati nella popolazione esposta per la mortalità totale, escluse le cause accidentali (+20%). Anche per tutti i tumori maligni si evidenziano rischi più alti tra gli esposti rispetto ai non esposti (+60%), in particolare per il tumore del colon-retto (+400%) e del polmone (+180%). Altre cause di mortalità in eccesso riscontrate riguardano la depressione (rischio aumentato dell’80% e più), l'ipertensione (+190%), le malattie ischemiche del cuore (+90%) e le bronco pneumopatie cronico- ostruttive negli uomini (+ 50%)
Non importa se ci son tecnologie migliori per i trattamento dei rifiuti, non importa come suggerisce l'Ing Fabio Tomei (presidente CARP Novara Onlus) di adottare le B.A.T. (Best Available Technologies) - le migliori tecnologie disponibili - come sono oggi applicate dal Consorzio Priula e dalla collegata Contarina S.p.A., che gestiscono i rifiuti di 550.000 abitanti in 50 Comuni della provincia di Treviso, compreso il capoluogo. Le suddette Contarina-Priula, hanno fissato per il 2020 l'obiettivo del 96 % di raccolta differenziata ( contro il 65 % del nuovo Piano regionale piemontese!) e di 12 kg/ abitante.anno di rifiuto indifferenziato da versare in discarica (contro i circa 200 del suddetto Piano Regionale!). Ciò significa semplicemente che i trevigiani nel 2020 realizzeranno RIFIUTI ZERO e abbatteranno sia i costi di gestione dei rifiuti che la tariffa rifiuti per i cittadini (= chi inquina paga!).
Siamo quel che produciamo, e se passando in bicicletta vicino ad un noto fast food, vedo il meraviglioso container pieno zeppo di immondizia pressata ordinatamente, non è tanto diverso dai cumuli disordinati lasciati per strada, le responsabilità sono collettive, umane.




Ci autodefiniamo sapiens, siamo l'unica specie animale sulla Terra che vive nei propri rifiuti credendo che la colpa sia sempre degli altri per i problemi che generiamo.
Siamo sapiens, perdindirindina ed allora bruciamo immondizia negli inceneritori, non per strada, creerà poca occupazione e sicura mortalità! Viva Renzi Chiamparino e chi li ha "votati", di sicuro nei guai siam "(s-)bloccati"!!  che bello: a norma di legge i rifiuti saranno inceneriti!! Anche la nostra senatrice novarese, la sig.ra Elena Ferrara (PD) ha votato la fiducia allo Sblocca Italia, ma la colpa non è dei politici della mafia o dei consorzi, delle scuole o degli insegnanti o degli extracomunitari: la colpa è di tutti che ci impegniamo quotidianamente nella produzione incontrovertibile dei rifiuti. (per non parlare del consumo di risorse e della produzione di CO2) Ogni essere umano senziente aspira alla propria felicità, c'è chi desidera bruciare i rifiuti per strada, chi vuole riempire discariche, chi vuole trasportarli, chi vuole gestirli in modo illecito, chi vuole differenziare, chi vuole incenerire a norma di legge, chi vuole far finta che il problema non esista e che ci saranno tecnologie un giorno finalmente  in grado di risolvere tutti i problemi, e c'è chi insegna ai bambini a raccogliere i rifiuti nei boschi.
Chissà invece se c'è qualcuno che aspira e si impegna a produrne meno di rifiuti, facendo scelte ponderate, acquisti di tutti giorni ragionati, prima di entrare in un fast food passare dal retro per vedere come gestiscono i rifiuti, coltivare un orto e consumare cibo locale, preferibilmente bio e con basso contenuto di proteine di origine animale?
Il prossimo 10 Settembre in regione Piemonte, grazie al M5S, ci sarà l'audizione (5.a Commissione Ambiente) del Consorzio Priula-Contarina S.p.A.

mercoledì 17 giugno 2015

Ricerca Informazione Comunicazione Mitigazione Adattamento

Contributo della Società Meteorologica Italiana agli
Stati generali sui cambiamenti climatici e sulla difesa del suolo,
Roma, 22 giugno 2015


La Società Meteorologica Italiana (SMI) fondata nel 1865 è la più antica associazione
nazionale interamente rivolta alle scienze dell’atmosfera e del clima. Conta circa 800
iscritti, fa parte della European Meteorological Society e si occupa di:
- ricerca, nel settore del recupero e analisi di lunghe serie storiche, monitoraggio
glaciologico, paleoclimatologia, storia del clima, analisi di eventi meteorologici
estremi, strumentazione e reti di misura ;
- divulgazione e informazione, sia con la propria rivista Nimbus, l’unica a
pubblicare una sistematica cronaca meteorologica a carattere nazionale, sia con
un’attiva partecipazione a supporto dei media.

In vista della COP21 di Parigi SMI propone e sollecita le seguenti linee di intervento:


Ricerca

- Inserire il riscaldamento globale nel contesto sistemico più ampio del
cambiamento globale, che caratterizza l’Antropocene: la soluzione del problema
climatico potrà avvenire solo se in stretta relazione con le altre criticità fisiche
identificate nei limiti planetari / Planetary Boundaries (1).
(1) Rockstrom J. et al. (2009) – A safe operating space for humanity. Nature 461, 472-475 doi:10.1038/461472
Steffen W et al., (2015) - Planetary boundaries: Guiding human development on a changing planet.
Science, Vol. 347 no. 6223 - DOI: 10.1126/science.1259855
- Assumere consapevolezza che non sarà possibile mitigare il riscaldamento globale
senza modificare profondamente il paradigma economico vigente. Ridurre le
emissioni e contemporaneamente invocare la crescita economica è un ossimoro. E’
importante ricondursi al rapporto sui limiti della crescita redatto dal Club di Roma,
peraltro fondato dal lungimirante economista italiano Aurelio Peccei, i cui dati sono
stati riconfermati dalle analisi di G. Turner (1) ed accelerare la ricerca su nuovi
sistemi economici stazionari e sostenibili (2).
Il tema dell’impossibilità della crescita infinita su un pianeta finito, nonostante
sia prioritario per un dibattito maturo sulla problematica ambientale, continua a
essere ignorato. L’appello “La Terra non si governa con l'economia - Le leggi di
natura prevalgono sulle leggi dell'uomo (3), firmato da circa 450 docenti e ricercatori
italiani chiede alla politica e all’informazione una svolta criticamente costruttiva
nell’analisi di questa realtà, particolarmente importante per un paese fragile come
l’Italia e con un’elevata impronta ecologica.
(1) Graham Turner, 2014 - Is Global Collapse Imminent?, Melbourne Sustainable Society Institute (MSSI)
(2) Jackson T., Prosperità senza crescita; Bonaiuti M., La grande transizione; Rockstrom & Wijckman, Natura in
bancarotta
(3) www.nimbus.it/arealim/appelloscienzaeconomia/appelloscienzaeconomia.asp
Organizzazione non lucrativa di utilità sociale per lo studio e la divulgazione di meteorologia,
climatologia e glaciologia. Fondata nel 1865, aderente alla EMS - European Meteorological Society
Iscritta all’Anagrafe Nazionale delle Ricerche M.U.R.S.T, codice 53496MMN
Collegio Carlo Alberto, Via Real Collegio 30, 10024 Moncalieri (TO), Italia
Email: info@nimbus.it - Web: www.nimbus.it - C.F.: 97604160016, C/C Postale n. 19 62 11 43
- Emanare un provvedimento legislativo che riconosca il carattere di bene comune e
l’obbligo di salvaguardia degli osservatori meteorologici storici, oggi
assolutamente non tutelati e non vincolati e spesso suscettibili di silenziosa
chiusura, sviluppando il nucleo di rete che SMI ha impostato in collaborazione con
CNR-ISAC Bologna.
- Il patrimonio di dati meteorologici italiani è ingente, tuttavia è tra i meno fruibili
d’Europa, disperso in troppe istituzioni pubbliche e private, non codificato secondo
standard internazionali, non validato e spesso ancora su supporto cartaceo da
digitalizzare. E’ fondamentale accelerare il processo di formazione di una banca
dati unificata delle osservazioni meteorologiche attualmente frammentate in
una miriade di servizi nazionali e locali, eventualmente anche nell’ambito del
NCSNI, National Climate Service Network of Italy e del Sistema Nazionale per la
Protezione dell’Ambiente (SNPA-ISPRA) o di altri contesti da identificare. La
consultazione dovrà essere in modalità “open source”, in analogia con i migliori
esempi internazionali, quali l’Australian Bureau of Meteorology
(www.bom.gov.au/climate/data/).


Informazione e Comunicazione

La scarsa comunicazione sui temi climatici e ambientali è definita, anche in seno a IPCC
una “valle della morte” che separa la ricerca scientifica dalla società civile. E’ dunque
importante sostenere ogni iniziativa di qualità nella divulgazione dei problemi ambientali
e delle soluzioni possibili, soprattutto sulla televisione di Stato, sui grandi quotidiani e
nelle scuole. L’avallo degli enti governativi è importante per assicurare credibilità e
continuità. La FIMA, Federazione Italiana Media Ambientali è l’associazione di riferimento
per connettere il giornalismo scientifico su temi ambientali agli enti di ricerca e alle
istituzioni.

Mitigazione

Si tratta di processi già evidenziati e circostanziati da molte altre associazioni e istituzioni,
in primis l’Unione Europea, ci si limita pertanto a un elenco di condivisione:
- Riqualificazione energetica degli edifici ed efficienza energetica generalizzata
- Sostegno e diffusione energie rinnovabili decentralizzate
- Ricerca sui sistemi di accumulo energetico per ovviare all’intermittenza delle fonti
- Mobilità elettrica
- Telelavoro, che - se applicato laddove tecnicamente possibile, abbatterebbe le
emissioni nazionali riducendo all’origine la domanda di mobilità
- Riduzione rifiuti all'origine, tramite comportamenti individuali virtuosi (scelta prodotti)
e diverso design di oggetti e imballaggi
- Economia circolare e calcolo LCA per ogni nuovo progetto infrastrutturale
- Promozione agricoltura di prossimità
- Arresto del consumo di suolo
NIMBUS Rivista di informazione trimestrale della SMI/SMS Revue trimestrielle d’information de la SMI/SMS
SOCIETÀ METEOROLOGICA ITALIANA Onlus
Organizzazione non lucrativa di utilità sociale per lo studio e la divulgazione di meteorologia,
climatologia e glaciologia. Fondata nel 1865, aderente alla EMS - European Meteorological Society
Iscritta all’Anagrafe Nazionale delle Ricerche M.U.R.S.T, codice 53496MMN
Collegio Carlo Alberto, Via Real Collegio 30, 10024 Moncalieri (TO), Italia
Email: info@nimbus.it - Web: www.nimbus.it - C.F.: 97604160016, C/C Postale n. 19 62 11 43


Adattamento

In considerazione dei cambiamenti climatici già in atto e in divenire, è fondamentale
portare all’attenzione di tutti gli enti governativi e locali la Strategia Nazionale di
Adattamento ai Cambiamenti Climatici già approvata da Minambiente (1), in modo da
favorire la programmazione dei processi di pianificazione della resilienza locale.
(1) http://www.minambiente.it/notizie/strategia-nazionale-di-adattamento-ai-cambiamenti-climatici-0
Investire in formazione dei cittadini all’autoprotezione da eventi meteorologici estremi:
la cultura della protezione civile individuale in Italia è tutta da costruire, sia a partire dalle
scuole, sia diretta a tutti i cittadini. Un programma di informazione sulle istruzioni di
comportamento in caso di evento meteorologico estremo è urgente e deve trovare
spazio sui media rivolti al grande pubblico.
Investire in manutenzione del territorio e opere capillari a difesa dell’assetto
idrogeologico anziché in “grandi opere” edilizie concentrate che dissipano risorse preziose
(1) e spesso aumentano ulteriormente la vulnerabilità del territorio.
(1) Fraschilla A., 2015 – Grandi e inutili. Einaudi
Aumentare le connessioni e la funzionalità sistemica delle istituzioni pubbliche italiane di
monitoraggio e prevenzione meteoidrologica che soffrono di eccessiva
frammentazione istituzionale.

Moncalieri, 10 giugno 2015

Contributo redatto da: Luca Mercalli, Daniele Cat Berro

sabato 9 maggio 2015

Mezzomerico 22 Maggio

                      

ELETTROSMOG
 CELLULARE, WI-FI, ANTENNE DI TELEFONIA MOBILE, ELETTRODOTTI…
 UNA REALE EMERGENZA SANITARIA.

 22 maggio 2015 , ore 20:45  presso il Cason di  Mezzomerico (No)

INTRODUZIONE AI LAVORI E MODERAZIONE : Carlo Magnaghi

LAVORARE IN RETE TRA ASSOCIAZIONI OPERANTI SUL TERRITORIO
Davide Petruzzelli     presidente  La Lampada di Aladino

EFFETTI BIOLOGICO/SANITARI A BREVE E LUNGO TERMINE
Dott.Paolo Orio  vice–presidente Associazione Italiana Elettrosensibili

LA POSIZIONE INNOVATIVA DELLA MAGISTRATURA ITALIANA
Avv. Valeria  Rossitto

DISCUSSIONE APERTA AL PUBBLICO CON LA PRESENZA DI:

Riccardo Perrone   Associazione Lorenzo Perrone
Massimiliano Corraini    Associazione Sottocorno
Sergio Crippa coordinatore nazionale della Associazione italiana Elettrosensibili
Davide Toniolo  Oncologia ospedale Rho




                                                           con il patrocinio dei comuni di  

                                                 

             Mezzomerico             Oleggio        Marano T            Bellinzago N                COORDITE  

venerdì 17 aprile 2015

....elettrosmog


APPELLO PER LA DIFESA DELLA SALUTE DALLE RADIAZIONI A RADIOFREQUENZA E MICROONDE

Lettera aperta della Task Force sui Campi Elettromagnetici

Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Matteo Renzi

Al Presidente del Senato
Pietro Grasso

Al Presidente della Camera
Laura Boldrini

Ai Deputati e Senatori del Parlamento Italiano

Ai Deputati italiani al Parlamento Europeo

Ai Presidenti delle Regioni

E p.c.:
Al Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella
Al Presidente dell'ANCI

Oggetto:     Diffida a non attuare il rilassamento dei livelli di
protezione della popolazione dai campi elettromagnetici a
radiofrequenza e microonde.

    Illustrissimi,
    avendo appreso delle intenzioni del Consiglio dei Ministri di
procedere a breve alla approvazione di due provvedimenti sulla
“Strategia per la banda ultralarga” e la “Crescita digitale”, in cui
sono contenuti i propositi di innalzare i limiti elettromagnetici
attualmente in vigore nel nostro Paese nonché di diffondere la
tecnologia Wi-Fi nei luoghi pubblici, in particolare scuole, ospedali
e uffici, i sottoscritti medici, fisici, biologi, ingegneri e
ricercatori, rappresentanti politici, rappresentanti di associazioni,
di comitati legalmente costituiti e di fondazioni, con la presente
denunciano i gravissimi rischi per la salute e per l'ambiente connessi
all'esposizione crescente a campi elettromagnetici a radiofrequenza e
microonde che sono emessi da cellulari, tablet, smartphone, computer
collegati in reti senza fili, antenne Wi-Fi, Wi-Max, radar, ripetitori
della radiofonia, della radiotelevisione e della telefonia mobile
DECT, GSM, UMTS e LTE (4G).
    Le emissioni elettromagnetiche di questi dispositivi di
telecomunicazione vanno a sommarsi ad altre fonti di inquinamento
elettromagnetico di bassa frequenza, come quella connessa alla
trasformazione, al  trasporto e all'uso dell’energia elettrica.
    La diffusione pressoché ubiquitaria di tali strumenti per le
telecomunicazioni nelle abitazioni, nei luoghi di lavoro, nelle
università, nelle scuole, negli ospedali e nei luoghi dove si
trascorre il tempo libero, non solo è irrazionale perché potrebbe
essere sostituita da connessioni via cavo, più efficienti e
sostenibili, ma comporta seri danni alla salute nonché gravi rischi
per la specie Umana, compromettendo
    la capacità riproduttiva,
    le capacità neuro-cognitive
    e la conservazione del genoma.
    Nell'ultimo decennio si sono profuse risoluzioni scientifiche  e
governative,  consensi scientifici e documenti di posizione,  rapporti
di gruppi di scienziati indipendenti  e appelli ai governi  per
invitare a limitare la diffusione dell'uso di tecnologie di
comunicazione senza fili e per promuovere degli standard di sicurezza
per i campi elettromagnetici basati sulle evidenze biologiche, con un
limite di esposizione che per le radiofrequenze è stato individuato in
0,6 V/m.
    E' ormai noto, infatti, che gli standard promossi dalla IEEE del
1992 sono obsoleti, perché si basano esclusivamente sugli effetti
termici dei campi elettromagnetici, ovvero sul riscaldamento prodotto
da essi, mentre è stato ampiamente dimostrato che campi
elettromagnetici deboli, non in grado di produrre alcun riscaldamento,
producono numerosi effetti biologici. Questo avviene perché la materia
vivente funziona attraverso scambi chimici e segnali elettromagnetici
che possono subire alterazioni in presenza di campi elettromagnetici
esterni anche debolissimi.
    L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha classificato
nel 2011 la radiofrequenza come "possibile cancerogeno per l'Uomo" in
Classe 2B, smentendo che esistono solo effetti termici di tali campi.
Tuttavia, sono emerse in poco tempo nuove evidenze scientifiche del
rischio cancerogeno: uno studio epidemiologico svedese  e uno studio
francese,  entrambi  del 2014, concludono che la radiofrequenza
dovrebbe essere classificata come "cancerogeno certo per l'Uomo" in
Classe 1 e che gli effetti dell'esposizione a radiofrequenza sono
cumulativi.
    Una ricerca scientifica del 2010  sull'applicazione del principio
di precauzione, indagando la questione dei campi elettromagnetici e
altri fenomeni, ha concluso che "Gli scienziati dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità e della Commissione Europea non si basano sul
principio di precauzione quando stilano un rapporto sui rischi per la
salute" sostanzialmente perché si basano solo sulla certezza del
rischio, invece di tenere in considerazione le prove di un rischio
possibile, che è quanto andrebbe fatto per osservare il principio di
precauzione.
    L'attuale limite italiano per le radiofrequenze è di 6 V/m per i
luoghi ove si soggiorna per più di 4 ore. Questo limite, stabilito dal
D.P.C.M. 8/7/2003, era riferito ad una misurazione calcolata su una
media di 6 minuti, che è il tempo in cui avviene la compensazione
degli effetti termici dei campi elettromagnetici.
    Nel 2012 l'allora governo Monti, per agevolare l'industria delle
telecomunicazioni e in particolare l'installazione dei ripetitori
della telefonia mobile di quarta generazione, decise in carenza di
istruttoria e senza alcuna valutazione di carattere sanitario, con il
Decreto Sviluppo bis  di innalzare il tempo di misurazione dei cem a
24 ore, creando di fatto un artificio per aumentare i limiti di legge
(di notte le antenne hanno emissioni molto basse perché i dispositivi
mobili non sono in uso e tali valori compensano i limiti più elevati
delle ore diurne nel calcolo della media).    Ulteriori normative,
varate per lo più con decretazione d’urgenza,  hanno introdotto nella
legislazione italiana ennesime procedure semplificate per determinate
tipologie d’impianti, agevolando ancor più gli operatori nelle
pratiche autorizzative e di installazione delle antenne.
    Con questa lettera aperta, pertanto, i sottoscritti diffidano i
membri del Governo dall'attuare il rilassamento degli attuali livelli
di protezione della popolazione dai campi elettromagnetici di
radiofrequenza e microonde, in quanto la normativa italiana attuale è
già adeguata alla raccomandazione 1999/519/CE nei Considerando.
    Vi invitiamo altresì ad adottare le seguenti misure urgenti:
1.    Abrogazione dell'Art. 14, comma 8, del d. l. 179/12, noto come
“Decreto Sviluppo bis”, convertito in Legge 221/12, al fine di
riportare la misurazione dei campi elettromagnetici su una media di 6
minuti anziché di 24 ore e il calcolo previsionale dell'impatto
elettromagnetico degli impianti di telecomunicazioni alle regole
pre-esistenti il d.l. 179/12;

2.    Approvazione di un decreto attuativo della Legge 36/2001 per
quanto riguarda i dispositivi mobili con l'adozione degli stessi
limiti di esposizione delle antenne dei sistemi fissi;

3.    Revisione dei limiti di esposizione per tutte le radiofrequenze
e le microonde a 0,6 V/m per i luoghi ove si permanga per più di 4 ore
e di 0,2 V/m come obiettivo di qualità, come promosso dalla
Risoluzione 1815 del maggio 2011 dall'Assemblea Plenaria del Consiglio
d'Europa (punto 8.2.1), basandosi sulle posizioni dell'ICEMS e di
Bioinitiative;

4.    Eliminazione del fattore di riduzione per le rilevazioni di
campo dei radar militari perché le onde radar, essendo radiazioni
pulsate, sono più dannose delle altre radiofrequenze e producono
effetti non termici rilevanti.

5.    Promozione di investimenti pubblici e detassazione per la
connettività in fibra ottica e via cavo che è la tecnologia più
efficiente e completamente sicura per la salute;

6.    Divieto di installazione di reti Wi-Fi negli asili e nelle
scuole frequentate da bambini e ragazzi al di sotto dei 16 anni, posto
che la precoce esposizione a radiofrequenza rappresenta un aumentato
rischio di sviluppo di cancro per effetto dell'accumulazione e perché
studi su animali hanno dimostrato disturbi neuro-comportamentali
associati a questo tipo di esposizione;

7.    Divieto di installazione di reti Wi-Fi nei luoghi di cura e
negli ospedali, perché la  radiofrequenza del Wi-Fi promuove lo stress
ossidativo , ,  e interferisce con la vitalità cellulare  e con la
funzione riproduttiva ;

8.    Divieto di installazione di reti Wi-Fi in tutti i luoghi ove
operano professionisti il cui lavoro richiede concentrazione e
precisione, come le sale operatorie, perché la radiofrequenza
interferisce con il corretto funzionamento neurologico (inibizione
dell'acetilcolisterenasi , apertura della barriera emato-encefalica );

9.    Obbligo per gli enti predisposti alla tutela della salute
pubblica ad assumere le proprie valutazioni del rischio sulla
radiofrequenza, selezionando gli studi scientifici indipendenti ed
escludendo quelli finanziati dall'industria delle telecomunicazioni o
da fondazioni ed enti no-profit finanziati dalla stessa (il giudice
della Corte di Appello di Brescia ha stabilito un nesso causale tra
tumore cerebrale ed esposizione al telefono cellulare specificando che
solo effettuando una selezione della fonte del finanziamento degli
studi si possono raggiungere valutazioni scientifiche indipendenti);

10.    Obbligo per gli enti locali di adottare piani regolatori degli
impianti radioelettrici e di telefonia mobile, attraverso la modifica
dell'art. 8, 6° comma della Legge Quadro 36/2001.

    Un eventuale ritardo nell’assumere provvedimenti cautelativi in
materia di campi elettromagnetici a radiofrequenza e microonde non può
essere in alcun modo paragonabile a ritardi già verificatisi in
passato su questioni ambientali, come nel caso dell'amianto, del
mercurio o del piombo, in quanto l'esposizione a radiofrequenza è
diventata in pochi anni praticamente ubiquitaria e, quindi, il numero
dei soggetti esposti è notevolmente alto e l'impatto della
radiofrequenza e delle microonde sulla salute rischia di comportare da
qui a dieci anni costi socio-sanitari e umani incalcolabili.
    In attesa di un Vostro positivo riscontro, ci rendiamo disponibili
a fornire documentazione scientifica a sostegno della nostre
richieste.
    Con i nostri più cordiali saluti.

(Firme in ordine di adesione)
Medici, Biologi, Fisici, Ingegneri e Ricercatori

Dott. Livio Giuliani
Fisico, Dirigente di ricerca ex-ISPESL, Firenze
Portavoce della Commissione Internazionale
per la Sicurezza dei Campi Elettromagnetici (ICEMS)

Dott. Fiorenzo Marinelli
Biologo, Ricercatore dell'Istituto di Genetica Molecolare del CNR, Bologna
Membro fondatore dell'ICEMS

Prof. Mauro Cristaldi
Naturalista, Professore associato di Anatomia Comparata per Sc. Naturali
Dip. di Biologia e Biotecnologie "C. Darwin"
Centro di Ricerca per le Scienze Applicate alla Protezione
dell'Ambiente e dei Beni Culturali
Sapienza Università, Roma

Dr. Mario C. Canciani
Medico Pediatra, Responsabile Servizio di Allergo – Pneumologia,
Clinica Pediatrica dell’Università di Udine.
Referente scientifico “CO.S.E.” (COmitato Studio Elettrosmog), Udine

Ing. Raffaele Capone, ingegnere elettronico, Roma. Consulente tecnico
di parte volontario nel procedimento penale indiziario n. 33642/03 del
Tribunale di Roma nei confronti dei responsabili della stazione
radiofonica di Radio Vaticana.

Dott. Settimio Grimaldi
Chimico Biofisico Ricercatore Associato Istituto di Farmacologia
Traslazionale CNR
Area della Ricerca CNR di Tor Vergata-Roma

Prof. Mario Barteri
Ordinario di Chimica Fisica Biologica
"Sapienza" Università di Roma

Prof. Giuseppe Genovesi
Medico Ricercatore presso il Dipartimento di Medicina Sperimentale
Università di Roma "La Sapienza", Policlinico Umberto I - Roma,
Specialista in Endocrinologia e Malattie Metaboliche,
Specialista in Psichiatria,
Specialista in Allergologia ed Immunologia Clinica

Dott.ssa Tiziana Fortuna
Dottore di Ricerca in Diritto Pubblico interno e comunitario
Dip. di  Giurisprudenza
Università degli Studi di Catania

Dr. Enrico Solerio
Specialista in Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva
Master in Omeopatia
Torino

Dr.ssa Silvia Marchi
Specialista in Pediatria
Pediatra di base presso la ASL di Modena

Dr.ssa Patrizia Gentilini
Medico chirurgo, specialista in Oncologia Generale ed Ematologia
Forlì (FC), Segretario Sez. ISDE Forlì-Cesena

Dr. Marco Caldiroli
Medico, Presidente di Medicina Democratica ONLUS

Dr. Ruggero Ridolfi
Medico Oncologo Endocrinologo, Coordinatore Sez. ISDE Forlì-Cesena

Dott. Giuseppe Timoncini
Medico Pediatra Allergologo, Vice presidente Sez. ISDE Forlì-Cesena

Dr. Mauro Paglierani
Consigliere Ordine dei Medici e Odontoiatri di Trento
Odontoiatra, Trento

Dr. Emanuele Paltrinieri
Medico Chirurgo, Specializzato in Ortopedia
Lucca

Dr. Mario Frusi
Medico libero professionista
Referente ISDE-medici per l’ambiente per la provincia di Cuneo

Dr.ssa Fiorella Belpoggi
Biologo, patologo, esperta di Scienze ambientali
Direttore, Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni
Istituto Ramazzini
Bentivoglio, Bologna

Dr. Giovanni Del Gaiso
Specialista in Odontoiatria
Socio ISDE
Responsabile per le patologie legate all'ambiente dell'Ordine dei
medici di Pesaro-Urbino
Fano (PU)

Dr.  Ugo Corrieri
Psichiatra
Marina di Grosseto (GR)
Presidente della Sezione Medici per l’Ambiente - ISDE Italia della
Provincia di Grosseto

Dr. Marco Calgaro
MMG - specialista in geriatria
ASL 13 - Novara
Referente ISDE Novara

Dr. Antonio Maria Pasciuto
Specialista in Medicina Interna
Membro Consiglio Direttivo EUROPAEM (European Academy for
Environmental Medicine)

Dott.ssa Silvia Gaudenzi
Fisico Associato INAF
Ricercatore e Professore Aggregato in pensione
Dipartimento di Fisica-Università La Sapienza, Roma

Dr. Davide Francomano
Medico specialista in Endocrinologia e Malattie del Ricambio
Dottorando in Scienze Endocrinologiche, Andrologiche  e Metaboliche
Università La Sapienza, Roma

Dr. Mario Franzini
Specialista in Chirurgia Generale e Chirurgia Vascolare
già Primario presso ASL di Reggio Emilia
Libero Professionista a Guastalla (RE)

Dr.ssa Ida Santellocco
Pediatra, pensionata SUMAI, Roma

Dr. Vincenzo Petrosino Medico Chirurgo
specialista in Chirurgia Oncologica, medico Isde

Dr.ssa Cecilia Castellani
Medico specialista in Ostetricia e Ginecologia
Pontedera (PI)

Dr.ssa Anna Maria Falasconi
Pediatra di famiglia, Roma
membro di ISDE Italia
componente del gruppo PUMP- Pediatri Per Un Mondo Possibile, ACP -
Associazione Culturale Pediatri

Dr. Emilio Arisi
Specialista Ostetricia Ginecologia
Trento

Dr. Cirino Strano
Medico Chirurgo
Referente Regionale WWF Sicilia per il MUOS
Presidente del WWF Ibleo Ipparino
Consigliere Scientifico dell’Associazione “Movimento No MUOS Sicilia”

Dr. Massimo Melelli Roia
Medico Chirurgo Libero professionista a Perugia
Omeopata, agopuntore

Dr. Paolo Bortolotti
Specialista in neurologia e neurogisiologia clinica
Responsabile  del  Laboratorio Neurofisiologia Clinica
Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari Trento
Ospedale  "Villarosa", Pergine Valsugana (TN)

Dott. Massimo Coraddu
Fisico, collaboratore esterno del Dipartimento di Energetica (DENERG)
del Politecnico di Torino

Prof. Claudio Manfredotti
Università degli Studi di Torino
Dipartimento di Fisica

Dr.ssa Denise Zanin
medico di medicina generale
Bolzano

Dr. Felice Cucchi
medico, specializzato in Omeopatia Classica Hahnemanniana,
Magenta (MI)

Dr.ssa Annalena Saletti
Medico, Pediatra convenzionato AUSL Forlì

Dr.ssa Annamaria D'Alessandro
Igienista e medico omeopata
ASL città di Milano

Dr. Vitale Valentino
Medico gastroenterologo, Roma

Dr.ssa Lorella Ciferri
Pediatra
ASUR Marche Area Vasta 4 Fermo

Dr. Peppino Bellusci
Medicina Generale e d'Urgenza
SUEM 118 Cosenza

Dr. Domenico Agrusta
Medico chirurgo specialista in Odontostomatologia
Vicepresidente ISDE Taranto

Dr. Floriano Marsili
Medicina generale
Specialista in fisioterapia
ASUR 111 Fermo

Dr. Manrico Guerra
Medico medicina generale, spec. Endocrinologia
AULS Parma
Associazione Medici per l’ambiente ISDE -Parma

Dr. Giovanni  Cappellari
Spec. Malattie Apparato Respiratorio, Farmacologia,
già Primario ospedaliero nella ULSS2 di Feltre (BL)

Dr.ssa Cervigni Giuliana
Medico chirurgo specialista in medicina fisica e riabilitazione
Azienda provinciale Socio Sanitaria Trento

Dr.ssa Myriam Zucca
Specialista in Dermatologia e in Immunologia Clinica e Allergologia
Dirigente medico AOU Cagliari

Dr. Roberto Cappelletti
Specialista in Ortopedia e Chirurgia Generale
Presidente sezione ISDE Trentino (a nome della sezione)

Dr.ssa Paola Pamich
Medico chirurgo, San Colombano Certenoli (GE)

Dr. Sergio Zarrilli
Pediatra di famiglia, Campobasso - ASReM Regione Molise

Dr.ssa Cristiana Pederzolli
Medicina fisica e riabilitazione
Presidio Ospedaliero Villa Rosa Pergine Valsugana (TN)

Dott. Stefano Gallozzi
Ricercatore presso l'INAF, Roma

Dr. Dioinisio Valente
Medico di Medicina Generale, Pescara

Dr.ssa Caterina Pastori specialista in Medicina Interna
Medico di Medicina Generale, ISDE Verona

Dr. Sandro Zorzi
Segretario ISDE Sezione di Padova

Dr. Ernesto Burgio
Pediatra, Presidente del Comitato Scientifico di Medici per l'Ambiente - ISDE

Dr. Franco Cherubini
Medico-Odontoiatra, Vetralla (VT)

Dr.ssa Annunziata Patrizia Di Fonte
Medico di Medicina Generale convenzionato ASL Regione Lombardia
Specialista in Medicina del Lavoro

Dr.ssa Maria Concetta Digiacomo
Medico di Medicina Generale, specialista in Medicina Interna
ASL n° 15 - Cittadella - Camposampiero (PD)

Dr.ssa Anna Guzzardo
Medico di Medicina Generale Convenzionato ASP206, Palermo

Dott.ssa Annamaria Moschetti
Pediatra di famiglia
ASL Taranto 1
Palagiano

Dr. Andrea Cormano
Medico Chirurgo, Roma

Dott.ssa Anna Maria D'Amici
Dirigente medico ASL RMA Specializzazione Igiene, Roma

Dott.ssa Teresa Del Gaudio
Specialista in Pediatria
U.O.M.I. Distretto Sanitario n. 71 Sapri, ASL Salerno

Dr. Gian Luca Garetti
Medico-psicoterapeuta, Firenze, Medicina Democratica, ISDE

Dr. Luigi Gasparini
Specializzazione Igiene e Medicina Preventiva, Ferrara

Dr.ssa Nadia Comper
Pediatra, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari Trento
Pergine Valsugana (TN)

Dott.ssa Monica Lazzarin
Fisico, Ricercatore presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia,
Università di Padova

Dr.ssa Casali Sofia
Medico di Medicina Generale, Specialista in Medicina Interna , Usl di Piacenza
Castell'Arquato (PC)

Dr. Luigi Carpentiero
Medico del lavoro, ASL 10 Firenze
Medicina Democratica Onlus

Dr. Sandro Rinaldi
Specializzato in Allergologia
Specializzato in Ematologia
Medico di Medicina Generale convenzionato con l'Azienda Sanitaria di Bolzano

Associazioni

Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale (AMICA)
www.infoamica.it

Associazione Italia Nostra Castelli Romani, Roma

Associazione Amici della Sensibilità Chimica Multipla
http://www.mcscommunity.info

Associazione Elettrosmog Sicilia
www.elettrosmogsicilia.org

Medicina Democratica ONLUS

Comitato No Antenne al Drive In, Roma

Tribunale della Salute di Potenza Picena (MC)

L'Associazione Turistica Pro Loco di Niscemi (CL)

Federazione nazionale Pro Natura
http://www.pro-natura.it

Istituto GEA
Istituto italiano per la promozione dell'Analisi Geobiofisica e
Geobiologica, Mantova

Associazione  ViviamoVitinia ONLUS, Roma

Associazione ABITARE bio di Messina
www.abitarebio.org

Associazione Italiana Esposti Amianto (AIEA)
www.associazioneitalianaespostiamianto.org

European Consumers
www.europeanconsumers.it

Pro Natura Torino
http://torino.pro-natura.it

Associazione Italiana Medicina Ambiente e Salute (ASSIMAS)
www.assimas.it

Associazione di via P.Sottocorno, Sesto San Giovanni (MI)

Associazione Querciantica - Camugnano (BO)

Associazione Elettrosensibili Italiana (AIE)
www.elettrosensibili.it

Associazione ambo locale GCReR Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma
www.gestionecorrettarifiuti.it

Circolo "Angelo Vassallo" affiliato Legambiente, Como

Associazione Culturale Città Prestata
www.cittaprestata.it

Fondazione Progenies, Firenze
www.fondazioneprogenies.com

Associazione Consumatori Utenti della Toscana (ACU Toscana)
www.acutoscana.org

La Lampada di Aladino Onlus, Associazione per l’assistenza globale al
malato oncologico
Brugherio (MB)
www.lampada-aladino.it

Associazione di Promozione Sociale Amico Giardiniere, Mestre (VE)
www.amicogiardiniere.it

Associazione Italiana Persone Down sezione di Belluno
www.aipdbelluno.org

Collettivo Nonviolento Uomo Ambiente della Bassa- RE

Associazione Consumatori Utenti (ACU), Milano

Codici - Centro per i Diritti del Cittadino Onlus, sede di Lecce
www.codici.org

Comitato Cittadino per la Tutela della Salute e dell'Ambiente di
Alberobello (BA)
https://www.facebook.com/ComitatoCittadinoTutelaSaluteAmbienteAlberobello?ref=hl


Comitati Legalmente Costituiti

Associazione “Coordinamento dei Comitati di Roma Nord”, Roma
cittadiniattivi@libero.it

Comitato Mamme NoMuos di Caltagirone (CL)

Comitato cittadino NEAC (no elettrosmog a Capurso -  Bari)

Coordinamento Comitati Quinto (ora Quarto) Municipio, Roma

CdQ Parco della Vittoria, Roma

Unione Comitati di Ostia, Roma
www.facebook.com/unionecomitatiostia

Coordinamento dei comitati spontanei di Torino e Provincia contro l'Elettrosmog

Il Gruppo piazza Freguglia contro l'elettrosmog, Torino

Comitato di Volontariato Quartiere Stadio Strulli, Monsummano Terme (PT)

Comitato Promotore per la tutela dell'Infernetto, Roma

Comitato Difesa Ambiente Guidonia Montecelio, Roma

Comitato No Antenna Pescara Colli (PE)

Movimento NO MUOS Sicilia, Niscemi (CL)

Coordinamento dei Comitati NO MUOS, Sicilia

Comitato No Antenne Pedavena (BL)

Comitato Spontaneo StopAntenna, Velletri (Roma)