venerdì 12 giugno 2020

Pedalando si impara



Faccio parte della generazione X, (per una definizione in stile oroscopo, per chi ci crede all'oroscopo consultare Wikipedia) quella nata a cavallo tra gli anni settanta e gli anni ottanta dello scorso secolo, e non e’ per nulla facile trovare riferimenti certi nell'oceano di informazioni esistente oggi, quella disponibile e fruibile agevolmente da tutti.

Necessario leggere libri veri, fare fatica intellettuale vera.

Ovunque velocemente accedendo in rete Internet, è possibile navigare ed acquisire informazioni di ogni genere; ed esserne fuorviati. Dati tabelle statistiche letture quotidiani immagini video fotografie intrattenimenti sono disponibili, ed è molto facile che in rete, appunto, si finisce per essere intrappolati come un pesce, da qui  Un metalmeccanico in rete ha il doppio significato, ‘’essere’’  presente in rete, ma anche intrappolato nella rete dell’Infosfera e/o dell'ignoranza, e non è facile nuotarci tra fake-news e quotidiani on line o presunti tali.

Non potevo mancare di leggere l’ultima idea cartacea del professor Ugo Bardi Il mare svuotato, Editori Riuniti.
Scritto con Ilaria Perissi, ora collaboratrice, in passato sua studente, (posso ragionevolmente affermare che l'allieva supera il maestro, che il professore non me voglia a male...), è Dottore di ricerca in  chimica fisica, dal 2009 è impegnata nella ricerca sulla mitigazione del cambiamento climatico presso l’Università di Firenze, membro del Comitato Scientifico della Federazione Europea “Transport&Environment” ed è autrice di vari articoli sull’uso di modelli di dinamica dei sistemi, nello studio dello sfruttamento delle risorse, in particolare la pesca. 

Il Professor Bardi, invece è docente di chimica fisica presso la scuola di scienze matematiche  fisiche naturali dell’Università di Firenze. Membro del Club di Roma ed è autore di molti studi e libri dedicati all’economia dello sfruttamento delle risorse; è anche editore della rivista Biophysical Economics and Resource Quality (Springer). Scrive di sostenibilità e ambiente sul suo blog Effetto Cassandra e sul Fatto Quotidiano.

Ok, ma per quale motivo abbinare la lettura del libro Il mare svuotato con il ciclismo? Cosa c'entra il libro di Omar Di Felice e le sue avventure estreme? Molto semplice e presto detto: per scrivere un libro come Il mare svuotato ci vogliono incredibile passione e dedizione che annullano tutti i sacrifici e allietano l'enorme quantità di tempo dedicato alla ricerca dei dati e l'elaborazione di quest'ultimi, e grande capacità comunicativa che si sviluppa solo con la passione per ciò che si fa regalandoti emozioni.
Un po' come  l’alta considerazione ha, per  il particolare ciclismo che pratica, Omar Di Filece nel suo emozionante Pedalando  nel silenzio di ghiaccio, Rizzoli Editore... Non ultimo Ilaria Perissi usa spesso la bicicletta per attività fisica, e il solo fatto di utilizzare un mezzo di trasporto efficiente ed intelligente, o praticarlo come sport, accomuna questi libri, per quanto mi riguarda la bicicletta è scuola di vita, e a seconda dell'intensità praticata e il livello di passione, il ciclismo regala emozioni fatiche paure e speranze,  successi ed insuccessi compresi i dolori traumatici, fisici e psicologici, endorfine, salite e discese spesso ripide, si mescolano tra i pedali,  scrivere un libro è un po come andare in bicicletta, certo tutti potrebbero ma pochi riescono in pratiche così straordinarie.

Due racconti straordinari che ciclisti esperti (e non esperti) non possono mancare di leggere. Entrambi, mio parere certamente opinabile, racchiudono i segreti dei limiti fisici dell'essere umano, un libro aiuta l'altro perché, diventano complementari servono per guardare lontano,  concentrarsi bene sul presente, se sbagli strada oggi, poi recuperare errori di percorso diventa sempre più dispendioso!

 Per queste ragioni, le difficoltà e le complessità che il genere umano si è costruito intorno a se, nel bene e nel male, senza comprenderlo, o più probabilmente non volerlo comprendere,  continuando il sovrasfruttamento  dell'unica e limitata Biosfera, depredando tutto ciò che lo circonda, intaccando in modo incisivo gli ecosistemi, ci porteranno ad un traguardo probabilmente poco piacevole.
Per capire queste faccende e soprattutto a dove conducono, serve uno sforzo estremo, “roba” da ultracycler.

  Bardi Perissi   vestono bene i panni di chi compie uno sforzo estremo (per loro probabilmente del tutto naturale come Di Felice nelle sue avventure) nel cercare di capire e trovare il modo di comunicare temi estremamente complessi e connessi tra loro, e provare a trovare possibili soluzioni. Oggi serve attenzione  ai temi complessi e a tutto ciò che si muove su fattori esponenziali,  credo sia bene guardare con sospetto e diffidare di chi propone facili soluzioni sventolando on line verità opinabili.

 Attraverso le calde  pagine di Pedalando Silenzio di ghiaccio, di Omar Di Felice, grande ciclista e grande comunicatore di emozioni,  probabilmente si anticipa ciò che serve e servirà al genere umano per affrontare la lunga strada che abbiamo davanti a noi, che si può racchiudere in una sola parola: RESILIENZA.

Pedalare è certo facile, come leggere e scrivere, (on line poi son tutti dottori esperti ed avvocati), una volta imparato l’equilibrio e la grammatica si parte e si viaggia, ma pedalare come Omar é un pò come scrivere e leggere come Ilaria Perissi o il professor Bardi, il Professore tra le altre cose, ha già descritto molto bene la bicicletta nel  suo precedente libro Viaggiare elettrico, Lu:ce Edizioni, non potevo escludere la bici, filo conduttore, poi ognuno è matto a suo modo, è affermazione presente in entrambi i libri.

Mi viene in mente un’altra grande donna toscana di nome Margherita Hack, a cui piaceva molto la bici!(tutto fa brodo ecco!)

Il genere umano è l’unico vivente conosciuto che ha sviluppato capacità sociali e predatorie ineguagliabili per procacciarsi di che vivere , questo è ben raccontato nel Il mare svuotato,  lettura sempre coinvolgente ed interessante, Piacevole e scorrevole testo, gli autori toscani raccontano gli equilibri che il mare e gli oceani han saputo custodire prima della comparsa recente del predatore sopra citato, appunto noi esseri umani, gli stravolgimenti passati e recenti sulle specie ittiche pelagiche e/o bentoniche  arrivando a modificarne le catene trofiche alimentari dell’ecositema marino, pescando indiscriminatamente sempre più efficientemente e, negli ultimi cinquant'anni, con l’immissione di tonnellate di rifiuti, (l’ingegno umano). Da ricordare  il precedente lavoro di Bardi sempre sui temi delle risorse finite ed uniche della Terra, con il libro La terra svuotata , Editori Riuniti.

Sembrerebbe che siamo capaci di sfruttare molto bene le risorse limitate disponibili sulla Terra producendo un enorme quantità di rifiuti, ma non altrettanto bene nel conservarle e gestirle queste risorse.

 Una quantità di rifiuti di origine petrolchimica, plastica di tutte le forme e colori di uso quotidiano, la maggior parte usa e getta, finisce o finirà in mare.

Le mascherine e guanti monouso sono sotto gli occhi di tutti....per via del virus 19,  dato che tutte le cose che crescono esponenzialmente van tenute d’occhio, studiarle e gestirle prima che facciano danni irreparabili, è fondamentale.

Oggi tramite la Infosfera sono sempre più evidenti sotto gli occhi di tutti i danni agli ecosistemi, ma preferiamo far finta che non esistano e/o attribuire responsabilità ad altri, ci creiamo alibi, per poi scoprire che siam tutti pescatori, e su di noi incombe "la maledezione del pescatore"... ben decritta nel libro di divulgazione scientifica.

Tiriamo  avanti tra i problemi quotidiani, il lavoro le vacanze, la scuola on line i virus, e le mascherine usa e getta,  dimenticandoci dei moniti di chi già 50 anni fa avvisavano che se non si fosse tenuto conto dei limiti fisici del pianeta finiremo a secco! (sarebbe un po' come partire per un lungo viaggio in bicicletta senza pianificare il consumo energetico ed il necessario riposo quando si pedala, prima o poi rimani a secco!)
In passato sono stati   elaborati da un gruppo di ricercatori del MIT ( Massachusetts Institute of Tecnology) nel loro Limit to the growth , best seller ma che conoscono in pochi, tradotto in italiano  I limiti dello sviluppo, ( in occasione del 50esimo anniversario dalla prima pubblicazione la ristampa è  curata  dalla casa editrice Lu:ce Edizioni) il rapporto I limiti dello sviluppo, vecchi o nuovi che siano, è apicale e  di riferimento per il Club di Roma, caro ad Aurelio Peccei che con  grande visione lungimirante ne fu promotore, proprio a partire dagli anni della mia generazione  cosiddetta X, analizzavano e indicavano con “semplici grafici”, i sistemi complessi che il genere umano stava generando e effettivamente  generato.

Le curve di tendenza dello scenario base del rapporto dei Limiti dello sviluppo, sono estremamente verosimili con ciò che la scienza  e gli studiosi sono in grado di verificare e confermare oggi per quanto ho compreso, Il mare svuotato è un mirabile esempio, oltre che un'ottima lettura, qualcosa di più di un semplice libro, in contrasto con ciò che da sempre crea cecità, forse ubiquitaria tra gli esseri umani: il profitto e il perseguimento della crescita economica ad ogni costo, promossa da una competizione sempre più selettiva spietata e frenetica.

Con l’ultra ciclismo la competizione prende sfumature diverse che nel ciclismo sportivo tradizionale, non conta tanto vincere in senso stretto, anche se primeggiare fa sempre piacere, l’impegno e la dedizione nelle ultra distanze forgiano il carattere del ciclista che diventa resiliente, probabilmente  più umile, capace di sopportare fatiche psicofisiche impensabili e inimmaginabili, mi affascina; mi avvicino a questa disciplina in punta di piedi con rispetto e tanta curiosità e perplessità, come quando
leggo tutto ciò che ruota intorno al Club di Roma, risorse energia ambiente ecosistemi consumi lavoro sprechi agricoltura itticoltura cemento consumo di suolo CO2 migrazioni scuola  Internet relazioni sociali combustibili fossili climatologia e chi più ne ha più ne metta, sono tutte complessità, con retroazioni generate da sovrappopolazione, esclusiva di una sola specie vivente attualmente conosciuta, regolate da una politica che democraticamente ha scelto, siam noi che scegliamo, in modo particolare  nel degradare dove viviamo al punto tale da rendere impossibile e compatibile la stessa nostra sopravvivenza, attraverso il consumo e la crescita economica.... ( mi viene in mente l'analisi di Jacopo Simonetta sulla  dittatura della maggioranza riferita a  Alex de Toqueville se non sbaglio, raccolta in Pillole di Apocalottimismo curata da Igor Giussani, guarda un po' la prefazione è di Ugo Bardi)

Non raggiungerò mai i livelli ciclistici di Omar Di Felice e non riuscirò mai ad  elaborare equazioni trigonometriche sui sistemi complessi, questione di limiti,   provare a leggerli e farli miei però,  un pochino  mi allieta, una sfida con se stessi, migliorare la mia condizione di "pesce in rete".

Consapevole che se togliessi energia elettrica  a questo computer, magie del progresso, dei miei sforzi elettroscritti non rimarrà nulla.

Guardo lontano e faccio mio il motto di Omar Di felice, a cui va tutta la mia stima, "se pensi è la fine, se pedali arrivi!"

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