mercoledì 17 aprile 2013

Decrescita lavoro e fantasia.

 
 

La crisi! mi sono sempre tagliato i capelli da solo ed ora è il momento di passare il testimone al piccolo Tommaso. Con Giada  ho già passato momenti taglienti ed ha  appreso bene la tecnica, Tommaso invece è alle prime armi e mi preoccupa il suo sguardo  sempre più convinto nella tortura alla quale mi sottopongo. Chissà... un domani, che non possa aver dato un imprinting giusto e magari assisterò all'apertura di un barbiere o di un salone per signore ?
Impara l'arte e mettila da parte!
Oggi giorno il futuro è difficile da immaginare roseo per noi adulti, immersi nella crisi globalizzata che colpisce sopratutto i paesi occidentali... e per i nostri figli?  Domenica scorsa ho partecipato ad un convegno  di Luca Mercalli nel comune di Gargallo, dove raccontava che le prospettive  per il futuro saranno, se non ci si impegna veramente a comprendere l'urgenza di un cambiamento nei nostri stili di vita, difficili da ipotizzare  e la pace e la serenità nel nostro mondo non sarà cosi' scontata. Per rilanciare l'economia bisogna puntare sull'efficienza e sul risparmio energetico, abbandonare subito la produzione di energia da fonti fossili e convertirla con le rinnovabili. Fare i conti che la terra è una soltanto, che le risorse sono limitate, quindi mantenere  le economie mondiali  orientate nella crescita illimita è fallimentare per le economie stesse. Il picco della produzione di petrolio è arrivato, ci siamo sopra.  Bisogna consumare meno e meglio. Ci vuole più etica nella nostra vita, diversamente non esisterà la pace nel mondo. Nel 2050 si prevedono 9 miliardi di persone che consumeranno  sempre di più e, se non ci si accorge ora della limitatezza delle risorse, quando ci sarà da dividere quel poco che rimarrà i conflitti dilagheranno.

Tutto cio' non è solo pensiero di Mercalli, ma pensiero condiviso di molti Nobel, economisti, saggisti, scienziati contemporanei e non da meno "semplici" metalmeccanici, quale sono io!

Nel 1999, l'anno in cui mi sono sposato, il Dalai Lama, Premio Nobel per la Pace, scrisse:

...Dal momento che l'uomo è coinvolto, i problemi causati dalla nostra negligenza verso l'ambiente ci ricordano con forza che tutti noi possiamo dare un contributo. E, mentre l'azione di una singola persona può non avere un grande impatto, l'effetto combinato della mobilitazione di milioni di individui lo avrà certamente. E' dunque venuto il momento, per tutti coloro che vivono nelle nazioni industrializzate, di cominciare seriamennte  a pensare di cambiare i propri comportamenti. Ancora una volta si tratta di un problema etico.
Il fatto che la popolazione del resto del mondo abbia un eguale diritto a migliorare il suo tenore di vita è, in un certo senso, più importante dell'aspirazione dei ricchi a mentenere il loro. Le nazioni più ricche devono dare il buon esempio affinchè questo giusto mutamento possa avvenire prima che il mondo naturale sia irreparabilmente compromesso, con tutte le terribili conseguenze che un fatto del genere comporterebbe. Quanti conducono un'esistenza privilegiata devono riconoscere che la loro idea di un incremento infinito delle condizioni economiche è insostenibile. Il prezzo per questo pianeta, e quindi per tutti gli altri che lo abitano, è semplicemente troppo alto. Tutti noi sognamo un mondo più gentile e migliore, ma, se vogliamo che diventi realtà, dobbiamo fare in modo che la compassione ispiri tutte le nostre azioni. E' una verità che riguarda particolarmante la sfera economica e politica. Probabilmente circa la metà della popolazione mondiale è carente per quanto riguarda alcune fondamentali necessità quali cibo, casa, cure mediche e assistenza scolastica. Mi chiedo se veramente stiamo facendo del nostro meglio per modificare questo stato di cose. Non lo credo. Se entro cinquant'anni si potesse eliminare la povertà, l'attuale situazione sarebbe forse tollerabile. Invece, se le presenti condizioni continueranno, è sicuro che i poveri lo diventeranno sempre di più. Il nostro senso di giustizia ed equità ci dice che non dovremmo lasciare che questo avvenga.


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