mercoledì 6 marzo 2013

Facebook or not facebook ?

Visibilità o non visibilità?  Facebook o non facebook? Allarga il tuo pensiero  in rete ma per cosa? Vincere, essere originale, la competizione. Ho letto Avere o essere di Fromm e sono finito con l'iscrivervi ad un corso di tiro con l'arco,  dopo i suggerimenti di Fromm, Lo Zen e il tiro con l'arco di Eugen Herrigel, non potevo non leggerlo, ed eccomi qua. Arrivare per primo, agonismo per vincere, ma a quale prezzo? La connettività globale. Non esiste arciere  che non abbia letto Lo Zen e il tiro con l'arco, ed il vero centro non è vincere o essere protagonisti ma modificare se stessi, mettersi in discussione, perchè dal nulla tutto torna al nulla, e sono qua a scriverlo in un blog, per colpire me stesso  "un centro , "una vita". Scrivo per costruirmi uno specchio nel quale vedermi, scrivere è solo per me stesso, un atto egoistico, non credo che esista qualcuno mosso da altruismo che scrive per gli altri. Un po' come fa lo psicoterapeuta con il suo paziente, attraverso la "medicina" che prescrive, trae beneficio per se stesso. Lo psicoterapeuta cura se stesso curando altre persone.
Scrivo perchè diversamente parlerei da solo, schizzofrenia, non c'è più nessuno che ti ascolta perchè tutti troppo veloci, ed è vero: non bastano tutti cammelli del deserto per comprarti un amico! Scrivo ad un amico che non c'è, un alterego, ipocrisia scritta nel modo più lurido della  conformità attuale: la comunicazione globale. A chi scrivo? Per chi scrivo? Cosa scrivo che tutto quello che circola in rete sono un copia incolla di altre persone. Niente di originale o mi sbaglio? E se scrivo devo anche assecondare la noia del lettore, che fagocita tonnellate di boiate e si sente sazio dopo due blog, e stufo ed annoiato, sempre in cerca di emozioni forti arriva ad ascoltare ed a credere normale sentire raccontate al venerdi mattina alla radio le varie esperienze extraconiugali di Tizio e Caio, e Tizio e Caio  per mostrarsi in una piattaforma eterea godono nel vantarsi delle loro prodezze da pornodivo. PFUAH!
Dice Paolo Crepet nel suo  "Sull'amore" Einaudi 2010
Un' intera generazione si è trovata, dunque, a dover crescere tra assenze, reticenze, vuoti. In molti casi l'educazione sessuale si è degradata a istruzione genitale, le prime fondamentali esperienze sentimentali sono state spese tra indifferenza e solipsismi, la necessaria lezione magistrale perduta in un egoismo afono.
In questo deludente scenario, la tecnologia- qui mi riferisco soprattutto ai cosidetti socialnetwork- è diventata il perfetto completamento di tale svuotamento. Inseritasi perfettamente in un silenzio di relazioni e di etica, la nuova comunicazione virtuale ha funzionato impeccabilmente come contenitore del nulla relazionale. Essa, infatti, si basa sulla totale mancanza di regole morali ( quindi di giudizi di merito) e sull'assoluta assenza di difficoltà ( abolizione della fatica).
L'amore al tempo di facebook diventa dunque materia "facile",  dove chiunque può inventarsi di essere chiunque altro, dove l'inganno ( in gergo tecnologico : fake) è parte integrante del gioco, dove infine la seduzione è complessa quanto sciogliere della polvere di orzo nell latte caldo. Il risultato di tale semplifacazione indolore è davanti agli ochhi di tutti.
 
Spero di non conformarmi a facebook, è facile basta non farlo.
Per fortuna semi sfogo in un blog non intaso mail di conoscenti, almeno credo...
 
 

2 commenti:

  1. Inserirsi in un socialnetwork non vuol dire per forza conformarsi, si puo' e si deve rimanere se stessi pur utilizzando la stessa "piattaforma" che usano persone che reputiamo diverse da noi e che lo fanno per motivi differenti dai nostri.
    Crepet dice "...perfetto completamento di tale svuotamento", sì, va bene, ha ragione, ma anche lui è su facebook, non per trovare l'amore logicamente..
    Raffaella

    RispondiElimina
  2. Io inviterei a non semplificare troppo o ridurre in categorie fenomeni così complessi come i socialnetwork. Ci sono ampi spazi per la discussione. Qualcuno scrive per condividere i propri pensieri e stati d'animo con i propri amici, che magari in quel momento non sono vicini o raggiungibili fisicamente. Non si tratta di trovare l'originalità a tutti i costi, open your mind,Carlo, attraverso facebook possono arrivare messaggi che parlano all'io interiore. Certo, a volte è necessario confondersi, sporcarsi, ma è il prezzo richiesto alle relazioni tra persone, a volte se ne esce sconfitti nelle proprie idee e convinzioni...ma mai impoveriti!
    Maria Rita

    RispondiElimina