17 Agosto,
lo scavo è fatto in meno di tre ore. La ruspa gommata mi aspettava fuori dal cantiere
alle sette in punto. Gialla, grossa e precisa scavava senza fatica in una terra
secca e profumata. Il contorno sbiadito della linea bianca disegnata sul prato,
come linee in un campo di calcio, segnava il profilo di una donna ancora nascosta,
solo nella mia testa, ma distinguibile sicuramente dall’alto, appena sotto le
nuvole dove volteggiano le rondini. Poco tempo e la terra si sollevava leggera
nella benna d’acciaio ai margini del cantiere, delimitato da una rete arancione
che Selina ed io abbiamo posato orgogliosi. Immaginavo come doveva essere per
i pionieri del Far-West quando superavano una radura e decidevano di stabilirsi
in quel luogo senza sapere se fosse la sistemazione giusta, o forse lo sapevano,
gli esploratori non sanno quel che incontreranno ma sanno che qualcosa ci sarà
da dire dopo il loro passaggio.
"Uno
tiene e l’altro inchioda" funziona cosi nell'edilizia (almeno per me) e non
avrei potuto inchiodare così bene se non ci fosse stato anche mio suocero
Ferruccio, audace e volenteroso, abbiamo collaborato insieme dallo scavo ai
serramenti e un po’ era come se fosse casa sua. Elicotteri, quelli li
conosceva bene, si è congedato dal lavoro come verniciatore di elicotteri, di
mattoni non sapeva granché, ma era entusiasta dell’avventura che stavamo intraprendendo.
Avevamo un tacito accordo, credo una genuina disponibilità, senza dover
chiedere se volessi il suo aiuto o io glielo chiedessi, perché è come un padre che aiuta e consiglia, come se
fossi suo figlio, nel momento del
bisogno è sempre stato di grande aiuto. Quanto abbiamo discusso, quasi da
lanciarci dietro il martello, ma se non ci fosse stato un contradditorio fra di noi, non avremmo fatto tanto.
Quasi
tutto avevo pensato, tranne quanto fosse difficile estrarre fango infiltratosi
dopo una pesante pioggia estiva nel cassero per il getto di calcestruzzo delle
fondazioni perimetrali. Una colata lavica color crema spalmabile che non finiva
mai, uno smottamento continuo. Solo con il senno di poi ho compreso guardando
meglio nei cantieri dei “colleghi” professionisti, quali fossero state le mie
lacune (trascurabili), ma in Bioedilizia meno cemento si utilizza meglio è,
anche se ho dovuto spalare terra liquefatta. Ora che i ferri sono tutti legati,
il cassero è pronto per la gettata. Timbrai il visto lasciapassare alla
dogana dei vicini per consentire il passaggio alle betoniere rotanti contenenti
la "pietra" grigia, liquida, che più di tutti ha cambiato il colore del suolo sulla terra
del pianeta. L’articolo sulla Stampa di Franco Brizzo del 3 maggio 2013 è molto significativo. Finalmente i lavori sono cominciati (Allarme cementificazione dall’Anbi un piano per la riduzione del rischio idrogeologico). Più di un'anno ho dovuto aspettare da quando ho conosciuto gli occhi azzurri del signore anziano, ex proprietario del terreno, disegno, trattative, materiali, pratiche burocratiche, discussioni, litigi, umiliazioni e tribolazioni di vario genere sono successe, ho mostrato anche i denti, ma più insopportabile per me era dover aspettare sempre il giorno dopo. Aspettare, la pazienza, una vera tortura, ma adesso si fa sul serio. Dimostrero' orgoglioso (non lo sapevo nemmeno io) di che cos'è capace un metalmeccanico uscito con la sufficienza dalle medie, quel piccolo involucro di pelle e ossa minute, col cervello dalle debite proporzioni, stava costruendosi una casa a Mezzomerico, Novara, Piemonte, Italia, Comunità Europea, Terra, nella spirale della Suprema Galassia Madre di tutta la polvere di stelle.
Correva l'anno 2005, seconda metà del mese di agosto.
Correva l'anno 2005, seconda metà del mese di agosto.
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