Sono sempre
stato affascinato dal modo in cui si costruisce in giro per il mondo:
differenze istruttive! Ricordo bene i cantieri edili nel sud est asiatico, mi
riferisco a Birmania, Tailandia Cina e Nepal, paesi che ho avuto la possibilità di
visitare in vacanze ormai lontane, trascorse qua e la nei mesi di agosto,
piovosi ma colorati, a conoscere, ad acculturarmi. Vedere un’intera impalcatura
in bambù che sorregge operai al lavoro che costruiscono un edificio vero,
pareva paradossale e da un certo punto di vista m’inquietava un po’. Solo ora
conosco le pregiate qualità di questa straordinaria pianta verde e cava...
La Green
Economy passa anche per di qua: se molte persone capissero che è possibile fare
e costruire in modo alternativo e in totale equilibrio con la natura, il mondo
girerebbe a una velocità diversa. Non intendo la rivoluzione siderale della
Terra attorno al Sole ma alla velocità dei pensieri nel cervello delle persone,
se rallentassero, le scelte che noi faremmo, sarebbero più ponderate. Ci vuole
più conoscenza, ci vuole più fantasia e bisogna lasciare i luoghi comuni che ci
assiderano la mente, come siamo ormai abituati nell'economia dell'usa e getta.
Bene usiamo sprechiamo e inquiniamo fuori misura, in modo superiore alle
capacità della Terra di metabolizzare le nostre impronte, è un fatto, ma se
dobbiamo proprio continuare con l'usa e getta, (voglio sottolineare che la
Natura non produce alcun rifiuto, la Natura non fa spazzatura, il rifiuto è un
errore di progettazione umano) facciamolo con il bambù!! Solo attraverso la
conoscenza, il sapere, la cultura in generale, (altro che con la cultura non si
mangia, dice l’obsoleta generazione politica per giustificare i tagli alla
ricerca in Italia) riusciremmo finalmente a rallentare il nostro pensiero. E a vivere
meglio. Il liquido nero color liquerizia nascosto nelle viscere della Terra è
finito, (quello a buon mercato). Dobbiamo inventarci altri modi per vivere, senza arrivare alle
barbarie per la condivisione delle poche preziose risorse rimaste tra i nove
miliardi di persone che si prevedono per l'anno 2050. Chissà, magari tra una
decina di anni, i capannoni che oggi si stanno svuotando, si riempiranno
nuovamente di operai e creeranno oggetti di consumo quotidiano in bambù. Magari di produzione italiana. Può essere. Una
pipa o una bara, una bicicletta in bambù, si costruiranno sempre, sarà il nuovo
materiale più utilizzato nel futuro? Si semina oggi quello che si raccoglierà
domani.
Il Club di Roma…, Aurelio Peccei…, I nuovi limiti dello sviluppo…, non ne avete mai letto o sentito parlare?
Per economia a bambù si intende un settore economico basato sulla coltivazione del bambù e sulla trasformazione industriale degli assortimenti mercantili.
I tronchi di bambù vengono impiegati in primo luogo come materiale per la costruzione di abitazioni di medie e piccole dimensioni, di piccoli ponti, di mulini ad acqua e generatori microidro. Nell'edilizia tradizionale si utilizza per le intelaiature di tetti di edifici, anche di considerevoli dimensioni, e addirittura (come avviene a Hong Kong) come tralicci adoperati nella fase costruttiva dei grattacieli.
Nel settore dell'arredamento i tronchi di bambù si adoperano tipicamente per costruire tavoli e sedie molto resistenti all'intemperie, anche in ambienti particolarmente umidi e piovosi. Il loro aspetto è caratteristico, difficilmente dissimulabile, e danno un tocco orientaleggiante agli ambienti dove si trovano.
Ridotto in polpa, il bambù può essere utilizzato per fabbricare carta da giornale oppure tessuti.
« La pianta di bambù è l'oro verde dell'uomo povero: una persona può sedersi in una casa di bambù sotto un tetto di bambù, su una sedia ad un tavolo fatti dello stesso bambù, con un capello di bambù sulla sua testa e sandali di bambù ai piedi. Allo stesso tempo può tenere in un mano una ciotola di bambù, nell'altra bacchette di bambù che gli servono per mangiare germogli di bambù. Dopo aver consumato il suo pranzo, cucinato in un fuoco alimentato dalla combustione del bambù, il tavolo potrebbe essere pulito con un panno di fibre di bambù, può rinfrescarsi con un ventaglio in bambù, fare la siesta in un letto su di un materasso ed un cuscino fatti tutti di bambù. Al risveglio potrebbe fumare in una pipa di bambù e scrivere con una penna di bambù su carta da bambù, e poi portare in giornale i suoi articoli in cesti di bambù sospesi su di un'asta di bambù, con un ombrello di bambù sulla sua testa. Potrebbe attraversare un ponte sospeso costruito esclusivamente col bambù, bere acqua da una tubatura in bambù, ed asciugarsi il viso con un fazzoletto, ottenuto con le fibre di bambù »
|
(Atal Bihari Vajpayee, ex primo-ministro dell'India)
|