L'economia è una sotto branchia dell'ambiente naturale in
cui viviamo, la conoscenza, la cultura e la divulgazione scientifica attraverso l'istruzione, dovrebbero essere la punta di diamante di uno stato
democratico pacifico e lungimirante. Se non si comprendono le reali
necessità e l'importanza di una
divulgazione scientifica dei rapporti dell'IPCC (Gruppo intergovernativo di
esperti sul cambiamento climatico) per poi intraprendere azioni concrete per la
mitigazione antropogenica del clima, faremo la fine degli abitanti dell'Isola di Pasqua.
La comunità scientifica non ha quasi più dubbi: è “estremamente probabile” (probabilità al 95-100%) che le generazioni
future subiranno conseguenze inimmaginabili dal punto di vista ambientale, sociale, culturale, politico ed economico e la pace fra nazioni potrebbe
essere compromessa fino ad un collasso della qualità della vita a livello
mondiale. Se le indicazioni politiche ed
economiche fornite con assoluta convergenza da parte delle 195 Nazioni della Terra non saranno materia di studio scolastico
obbligatoria, che senso ha la
salvaguardia della biodiversità, la promozione delle fonti energetiche rinnovabili, la riduzione dei rifiuti, la
mobilità sostenibile, il riciclo ed il riuso, la riduzioni degli sprechi, l'efficienza
energetica, stop al consumo del suolo, e via dicendo verso la sostenibilità e la ridistribuzione delle
risorse delle materie prime che non sono illimitate?
Se le nuove generazioni subiranno le sopracitate conseguenze, è chi decide ora che dovrebbe disporre come materia di studio gli elaborati IPCC, cio' fornirà la giusta motivazione per mitigare gli effetti negativi, evitando il ritardo nella risposta agli adattamenti estremi che saranno a quel punto irreversibili. Chi non conosce la storia ripete la storia, bene allora proponiamo a tutti una nuova materia scolastica, che forse ci aiuterà a non perseverare negli errori, negli sprechi e nelle devastazioni e conflitti bellici.
Se le nuove generazioni subiranno le sopracitate conseguenze, è chi decide ora che dovrebbe disporre come materia di studio gli elaborati IPCC, cio' fornirà la giusta motivazione per mitigare gli effetti negativi, evitando il ritardo nella risposta agli adattamenti estremi che saranno a quel punto irreversibili. Chi non conosce la storia ripete la storia, bene allora proponiamo a tutti una nuova materia scolastica, che forse ci aiuterà a non perseverare negli errori, negli sprechi e nelle devastazioni e conflitti bellici.
L'Intergovernmental Panel on Climate Change , IPCC è il foro
scientifico formato nel 1988 da due organismi delle Nazioni Unite,
l'Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) ed il Programma delle Nazioni
Unite per l'Ambiente (UNEP) allo scopo di studiare il riscaldamento globale.
L'attività principale dell'IPCC è la preparazione a
intervalli regolari di valutazioni esaustive e aggiornate delle informazioni
scientifiche, tecniche e socio-economiche rilevanti per la comprensione dei
mutamenti climatici indotti dall'uomo, degli impatti potenziali dei mutamenti
climatici e delle alternative di mitigazione e adattamento disponibili per le
politiche pubbliche.
Il 12 ottobre 2007 l'organizzazione ha vinto il Premio Nobel
per la pace per l'impegno nel diffondere la conoscenza sui cambiamenti
climatici dovuti al riscaldamento globale.
In collaborazione con l'IPCC il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente
(UNEP)
tiene sotto controllo le variazioni climatiche ed insieme ad
altri partnership, si impegna a rallentare questi processi rapidi che
compromettono il benessere pubblico, poiché il malessere dell’ecosistema porta
svantaggi economici, ambientali e sociali.
Fanno parte
dell’organizzazione gli Stati europei i quali propongono soluzioni efficienti
per evitare che i problemi ambientali diventino irrecuperabili e promuovano
attività che contribuiscano alla sostenibilità ambientale a livello
internazionale.
L’UNEP affronta come tema principale quello dei cambiamenti
climatici, utilizzando metodi collettivi indirizzati allo sviluppo e opera
con lo scopo di salvaguardare il futuro della società mondiale.
La concentrazione di biossido di carbonio misurata all'Osservatorio Manua Loa, Hawai, ha superato 400 ppm parti per milione, mai così alta da 3 milioni di anni. Il nostro consumismo è la causa di tutto ciò, quando avremo consumato tutto, non rimarrà nulla per le nuove generazioni.
Di seguito , a cura della Società Meteorologica Italiana, SMI,
organizzazione non lucrativa di utilità sociale per lo studio e la divulgazione
di meteorologia, climatologia e glaciologia, fondata nel 1865, non chè aderente
alla EMS Euroepan Meteorologica Society, il sunto del Quinto ed ultimo rapporto
dell'IPCC,
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